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Mottarone, Forcora: lo sci a due passi

Le mete sciistiche più vicine per gli sportivi che abitano in provincia di Varese.

"Le otto sorelle”. Potremmo chiamarle così e non si offenderebbe nessuno. Perché se è vero che l'inverno in corso si dovrà registrare fra i più avari di neve, almeno per quanto riguarda le prime settimane a cavallo tra vecchio e nuovo anno, è altrettanto vero che nella storia dello sci varesino, tanto nordico quanto e soprattutto alpino, esse rappresentano la meta più vicina e, quindi, più frequentata.
Stiamo parlando di Alpe Devero, Domobianca, Formazza, Macugnaga, Mottarone, Pian di Sole, San Domenico e Valle Vigezzo: otto "sorelle”, otto stazioni invernali appena al di là del Lago Maggiore, facili da raggiungere e da qualche anno dotate di unico ski-pass, sorta di "valore aggiunto” ormai indispensabile per definire in senso moderno un comprensorio sciistico.
Quello che vi proponiamo oggi è un viaggio reale, ma anche virtuale, alla riscoperta di un pezzo della nostra storia sportiva e anche sociale ed economica, perché è proprio sulle montagne verbanesi, magnificamente incastrate fra cielo e lago, che tanti varesini (e anche milanesi) hanno imparato a sciare fin dagli Anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, mercé un servizio ferroviario puntuale che consentiva con un solo biglietto di salire ad una delle stazioni lungo la strada ferrata Milano-Laveno, prendere il battello o il traghetto nella cittadina lacuale, salire sul trenino o sulla funivia per il Mottarone. Oggi le mete del turismo invernale ed i mezzi di trasporto sono ben diversi, così come purtroppo anche le condizioni metereologiche. Nevica meno ed è giocoforza adeguarsi. Come hanno fatto proprio al Mottarone, montagna che alla facilità di approccio (un'ora di auto da Milano e da Varese) paga lo scotto di un'altezza piuttosto modesta (1.500 metri sul livello del mare) e di una certa esposizione al sole.
La novità di questa stagione 2001-2002 è rappresentata dai cannoni per l'innevamento programmato, cui ha pensato la S4, società di gestione degli impianti: quattro impianti, diciotto pozzetti per il prelievo dell'acqua, un bacino artificiale capace di tremila metri cubi, circa cinque chilometri di piste, cui se ne aggiungono altre sedici nel caso di innevamento naturale: sono i numeri di una stazione sciistica che, se non può concorrere con le più rinomate dell'arco alpino, possiede una marcia in più nel magnifico panorama a trecentosessanta gradi che offre ai suoi visitatori.
E se per gli sciatori provetti sono a disposizione le due piste della Selva Spessa (oltre quattro chilometri), per bambini e principianti ecco due altre possibilità più semplici in località Campetti Milanesi, proprio sotto il cocuzzolo del monte. Al loro servizio due skilift che garantiscono una portata oraria di 650 persone. E se non vi basta c'è pure la nuovissima pista di pattinaggio. Ciliegina sulla torta, il sito internet www.neveazzurra.it, che vi dice tutto su Mottarone, sulle sue "sorelle”, sugli alberghi, sulla logistica. Cosa volete di più, a pochi minuti di auto dalla città? Forse un paio di numeri telefonici:
199-116.677 vi fornisce (in quattro lingue) le informazioni che volete sulle condizioni della neve; 0323-924.779 vi informa sulle iniziative della scuola di sci Stella Alpina Mottarone.

"Su questi prati vennero escursionisti da ogni angolo d'Europa, la cima del Mottarone era alla portata di molti; le immagini di un tempo ci trasmettono aristocratiche signore con lussuosi abiti da passeggio, manovre militari del Regio Esercito, campi di sci, locandine di sport invernali che parlano già allora lingue straniere: ski, bob, skating rink, Mottarone Kulm…”: così Luigi Riccardi nel suo "Un angolo di Paradiso” per Macchione Editore.
E davvero ripassando le cartoline del tempo c'è rimanere meravigliati: metri e metri di neve, il Grand Hotel pieno di gente, sciatori più o meno provetti che scendono a frotte e con i pantaloni alla zuava, un numero appiccicato al maglione di lana spessa, per una gara di slalom all'ultimo respiro. Il trenino a cremagliera che arrivava fin lassù e persino, udite udite, un grande trampolino per il salto con sci.
Fotografie degli anni Venti-Trenta, davvero un'altra epoca e altri sogni di sviluppo turistico che, tuttavia, i mutamenti economici non hanno cancellato del tutto. Oggi il Mottarone cerca il suo rilancio e, passata la sbornia per le mete esotiche, non è detto che torni pienamente ad essere la montagna dei milanesi e dei varesini.
Dire Alpe Forcora significa ricordare l'unica, vera stazione per lo sci alpino esistente in provincia di Varese. Piuttosto tortuosa la strada che, salendo da Luino, porta ai 1300 metri degli impianti, ma notevolissimo è il panorama sul Verbano e sulle Alpi piemontesi e svizzere, abbondante l'insolazione e, a Dio piacendo, generalmente buono lo strato del manto nevoso.
Comuni di Luino e di Veddasca e Comunità Montana Valli del Luinese si sono dati la mano, in particolare proprio quest'anno, per tenere in ordine le piste ed assicurare un'offerta sciistica dignitosa, economica e poco affollata.
Gli alpeggi della Forcora si sviluppano attorno al monte Cadrigna e alla graziosa chiesetta posta proprio sulla forcella del monte, la pista di discesa è lunga circa un chilometro ed affianca quella di fondo, portata di recente a cinque chilometri; uno skilift porta da 1100 a 1300 metri. In loco è possibile anche ristorarsi e pernottare (una ventina i posti-letto a disposizione). Tre le possibilità: bar ristorante Sciovia (0332-558.174), albergo Alpe Forcora (558.002), rifugio Alpe Forcora (558.132). La cucina è casalinga, con abbondanza di polenta e selvaggina, il servizio è semplice, ma curato.

01/18/2002

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