Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

A Cislago un gioiello ritrovato

La chiesetta, intitolata alla Madonna della Neve, restaurata grazie al contributo di molti, in particolare, degli abitanti di Cislago, che non si sono scoraggiati di fronte al grande impegno, per il desiderio di valorizzare un gioiello di arte, storia e tradizione.

Se ne trova traccia già dal lontano 1256, di quella chiesetta dedicata alla Madonna della Neve, situata in mezzo alla campagna cislaghese e dimenticata per lunghi anni, pur nella consapevolezza che all'interno c'erano "tante meravigliose storie che aspettavano solamente di essere scoperte e valorizzate" come scrive il sindaco di Cislago, Stefano Calegari, nella prefazione del libro realizzato dalla Pro Loco cittadina dal titolo "Lo scrigno di Maria".
L'idea di restaurare gli affreschi della piccola chiesa è venuta, circa 10 anni fa, ai rappresentanti della Pro Loco, che l'hanno sottoposta alla parrocchia di Santa Maria Assunta, in quanto di competenza. La spesa necessaria era molto consistente, ma i promotori non si sono scoraggiati e hanno iniziato una campagna di sensibilizzazione rivolta soprattutto ai cittadini e alle scuole di Cislago, anche grazie al contributo di studiosi d'arte quali Andrea Spiriti e l'esperta di restauri Paola Bassani di Varese. Non paghi, si sono rivolti all'Istituto professionale per il commercio e turismo P.Verri di Busto Arsizio, per realizzare una ricerca approfondita sulla Chiesetta. La Provincia di Varese ha offerto il primo congruo contributo, dando alla Pro Loco la possibilità di avviare i lavori per il restauro, nella primavera del 2002. Per il primo lotto, la spesa prevista era di circa 60.000 euro, recuperati anche con il contributo della Fondazione Cariplo, che ha offerto 25.000 euro. E' stato, pero, soprattutto, grazie alla generosità degli abitanti di Cislago che si sono reperiti i fondi necessari.
I restauri, relativi al primo finanziamento, sono terminati nell'agosto del 2002 e oggi, la chiesetta, è un vanto per i cittadini cislaghesi che stanno rispondendo, come afferma l'attuale presidente della Pro Loco, Pinuccia Zardoni, con altrettanto spirito anche "alla chiamata" per il secondo lotto, la cui spesa prevista è di circa 51.000 euro. Parte di questa somma sarà coperta dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto.
Tante sono state le vicende storiche legate a questa Chiesa il cui impianto attuale è formato da tre corpi costruiti in epoche differenti. L'edificio principale è un'unica aula a pianta rettangolare con cinque piccole nicchie semicircolari ricavate nel muro e affrescate con soggetti sacri risalenti al XVI secolo. Il presbiterio, anch'esso a pianta rettangolare, è della fine del '500 e ha un soffitto a volta ampiamente decorato. La cappella più recente, risalente agli inizi del '700, è quella di S. Antonio da Padova, protettore delle donne sterili, di quelle gravide e dei bambini ammalati. A questa statua, per tradizione, si rivolgevano in passato le ragazze in cerca di marito. Ai lati di S. Antonio, sono rappresentate due virtù: la Carità e la Castità. Della forma originaria della Chiesa è rimasto molto poco ma gli esperti raccontano che in precedenza aveva tre altari, uno principale e due a lato, come si evince dal modellino della Chiesa nelle mani di S. Domenico, in un altro affresco situato nella cappella dei Santi. In epoche successive gli altari arrivarono ad essere sette, come il numero delle nicchie che ci sono tuttora ma, nel 1597, furono abbattuti. La Chiesa, nei tempi remoti, apparteneva a una "scuola" o confraternita laica, molto potente, la quale traeva le sue ricchezze dal commercio della lana con i potenti Visconti e con i frati Umiliati che, a loro volta, erano presenti in Cislago con due conventi e due chiese.
Il nome di Santa Maria della Neve, prende spunto da un evento straordinario avvenuto a Roma, nel IV secolo d.C., il 5 agosto del 352, quando proprio nel pieno dell'estate cadde miracolosamente la neve. Uno degli affreschi di pregevole fattura, esistente nella Chiesetta, raffigura la Madonna nell'attesa del parto, opera di un anonimo lombardo del tardo '400 e la rappresenta assisa su un trono marmoreo, con le mani giunte e lo sguardo abbassato verso il suo grembo gonfio. Si tratta di un ex voto dopo la peste del 1530. Una conseguenza del terribile morbo, infatti, fu la mancanza di nascite di figli maschi nel contado di Milano.
Abramo Morandi, della Pro Loco cittadina, racconta che dopo il Concilio di Trento (1545-1563) molte immagini religiose finirono nel mirino degli inquisitori e fra queste la Madonna del parto. Anche se non si conoscono documenti sulla loro definitiva interdizione, in Italia, a partire dalla fine del '500, restarono pochissime di queste raffigurazione e una, appunto, è quella di Cislago.

Come arrivare:
Da Varese, percorrendo la SS varesina, si arriva a Cislago. Entrati nel centro si fiancheggia il bellissimo Castello Castelbarco e si prosegue verso la frazione Massina. La Chiesetta è aperta tutte le sere di maggio e la I domenica di agosto. Per visitarla in altri momenti, occorre contattare la Pro Loco (tel. 348 5944384).

01/15/2004

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa