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I colori della vita

Ricordo e natura, ambiguità del reale, essenzialità dell'arte, dolore e infelicità: sono le chiavi di interpretazione di una ricerca che, attraverso le opere di arte contemporanea di Villa Panza, riconduce sempre, nel suo cammino di luce e colore, alla vita dell'uomo.

opera di Dan Flavin
La prima mostra che il FAI ha organizzato nella grande scuderia di Villa Panza, dedicata ai dieci capolavori dell'ultimo Segantini, ha ripreso e sottolineato il tema centrale di tutta la collezione Panza: quello della ricerca della luce nel colore. E' su questo tema che l'interesse del conte-collezionista si è incentrato per quasi cinquant'anni.
Ed è indubbiamente qui la prima chiave di lettura delle 133 opere di arte contemporanea americana - monocromatica, ambientale e minimal -per chi approda alla villa di Biumo.
Opere di Ettore SpallettiMa anche il visitatore più sprovveduto si accorgerà che da quella prima chiave interpretativa si apre un ventaglio di interpretazioni diverse, che riguardano sia il senso dell'attività di ricerca di Giuseppe Panza, sia il contenuto delle numerose opere presenti a Villa Menafoglio Litta realizzate tra gli anni Sessanta e Novanta.
Ci sono innanzitutto dei temi fondamentali, che si legano a significativi nuclei di opere e ai loro artisti, accomunandoli o differenziandoli in modo inequivocabile.
Il primo ad essere sottolineato è il tema del ricordo.
Le opere che si incontrano all'inizio del percorso, quelle di Robert Therrien che ornano la grande scalinata, rappresentano per Giuseppe Panza il ricordo dell'infanzia."Il suo lavoro - sottolinea il conte - può essere paragonato alla forma dell'omino di neve che i bambini fanno per gioco, esso diventa il ricordo dell'infanzia, delle gioie che non si dimenticano".
Opere di Phil Sims nella  sala biliardoOpere di Phil Sims nella sala biliardoNon è un caso allora, che siano proprio due lavori di Therrien ad accogliere il visitatore; quasi rimando, prima di intraprendere il viaggio, a un passato che è il passato di chi abitò la villa, o di chi ancora la abita in parte e ha ricordi d'infanzia ad essa legati.
E' tema fondamentale, come tutti sappiamo, quello della memoria: perché è da lì che s'avvia ogni divenire.
Nelle opere di Phil Sims, artista che si incontra nel grande salone d'ingresso al primo piano della dimora e si ritrova in altre sale, prevale un secondo tema, non disgiunto dal primo: quello della natura e della vita. Phil Sims, la cui arte è particolarmente cara al conte Panza, è figlio di agricoltori. I colori dei suoi quadri rispecchiano i colori del cielo, dei tramonti o dei campi di papaveri, alludono all'alternarsi delle stagioni e ai mutamenti della vita. Il colore in Sims è fondamentale, richiama l'attenzione tutta per sé, offre e domanda emozioni intense, seppur serene.
Diverso è l'impatto con David Simpson, presente con un nucleo di ben undici opere, e opposto al precedente il messaggio da lui trasmesso: i colori proposti da Simpson non esistono in natura, la loro percezione apparente è ingannevole. Se ci sposta davanti ai suoi quadri, il colore cambia del tutto, i pigmenti metallici in esso contenuti si offrono in modo diverso alla luce. Qui è piuttosto il tema dell'inaccessibilità della realtà ad essere sottolineata da certi riflessi dorati o argentei - si veda il trittico nella sala da pranzo - che costringono a meditare sull'ambiguità del nostro rapporto con il reale, sulla nostra incapacità di afferrare il mondo e la vita. Alla base del lavoro dell'autore, secondo Panza, esiste una scelta ideologica fondamentale: la volontà di "vivere una impegnativa visione dell'esistenza".
Opere di Ford Beckman nella sala della conversazioneIl ruolo della luce, la sua funzione di ingannevole mediatrice di una realtà mutevole, si evidenzia anche osservando l'opera di Vittorio Tavernari - un torso femminile del '54, rientrato a Varese dopo una permanenza al Guggenheim di New York - presente nel salotto al primo piano, cuore un tempo dell'appartamento abitato dalla famiglia di Giuseppe Panza. Sul torso la luce spiove diversa e ambigua, smaschera i segni degli strumenti dell'artista sul legno, eppure pare rinunciare a indagare la verità nascosta nella materia.
Nelle stanze vicine al salotto sono le geometrie di Ettore Spalletti (unico italiano, con Tavernari, presente nella collezione biumense) a dar ragione del senso di un'arte che nel proporsi come tale mira all'essenzialità, alla purezza e, dunque, alla poesia pittorica e scultorea. I lavori della fine degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta evidenziano la ricerca dell'artista di Pescara, che Panza individua in una forma di arte "eterea e immateriale" quasi "una pura idea sospesa tra terra e cielo", in stretta relazione con l'ambiente in cui Spalletti vive e lavora. Il blu del mare Adriatico, il limpido cielo mediterraneo, le foschie rosate del tramonto attorno alla mole della Maiella, si ritrovano per Panza in "Rosa Verticale" e in "Tutto rotondo".
La semplicità di queste opere, nuovo tema del percorso della collezione, rammenta al conte gli affreschi del Beato Angelico, la stessa atmosfera irreale dai colori puri. Semplice e pura anche la splendida acquasantiera in marmo bianco di Carrara, che fa compagnia all'opera "Ali, grigio neutro" e a "Vaso": un perfetto cilindro marmoreo, quest'ultimo, purché il visitatore non si sposti.
Un posto di grande affezione nella collezione Panza spetta a Max Cole, alle sue linee verticali tracciate a mano, espressione del tema dell'insoddisfazione umana, della ricerca di una felicità perduta alla quale di nuovo si anela. La Cole è tra gli artisti presenti a Biumo che più rappresentano un'arte non classificabile in una corrente artistica specifica. Come avviene per il newyorkese Ford Beckman, le cui opere in nero bianco e giallo, sono "l'immagine del destino dell'uomo, ne rappresentano vita, morte e speranza".
Opere di Dan FlavinAnche le quattro opere di Allan Graham, pittore del deserto del New Mexico, portano in sé i segni del dolore dell'uomo, le tracce di illusioni mistiche maturate tra spazi infiniti.
Avventurieri del "continente colore" sono Winston Roeth e Ruth Ann Fredenthal: le opere di quest'ultima, all'ingresso della villa, sopra lo scalone e nella stanza del camino al primo piano, sono apparentemente monocrome. Ma ad una attenta osservazione rivelano l'uso di almeno quattro colori, rimandando all'ambiguità di una realtà inafferrabile; la stessa realtà proposta, con tecnica diversa, e tutta giocata sulla luce, da Roeth.
Sono, infine, le ambientazioni nei rustici di James Turrel e Dan Flavin, di Robert Irwin e Maria Nordman, a proporre, in un emozionante viaggio dentro a coloratissime luci e avvolgenti nebbie, tra spazi chiusi e finestre sul cielo, i temi di artisti abituati a viaggiare nell'animo umano.
Ricordo e natura, ambiguità del reale, essenzialità dell'arte, dolore e infelicità.
Sono questi i temi, queste le chiavi di interpretazione di una ricerca che, nel suo cammino tra luce e colore, conduce sempre là. C'è un percorso ultimo, oltre a quelli proposti da Panza nella sua collezione: quello della vita dell'uomo.

Le prossime puntate di Varesefocus su Villa Panza:

  • gli arredi d'epoca
  • il parco

Non esiste un sito ufficiale di Villa Panza se non quello più generale del FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano.
Pagine dedicate a Villa Panza si trovano sul sito di:
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02/15/2001

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