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Design ed emozione in bianco e nero

Razionalità ed emozioni unite e rappresentante con un sapiente accostamento del bianco e nero nella importante rassegna del designer varesino, Marcello Morandini, negli spazi del Castello di Masnago.

Umiltà, rispetto, emozione. Sono tre le condizioni fondamentali di una professionalità divisa tra design, scultura e architettura. E sono anche le tre principali chiavi di lettura del lavoro e della vita del designer Marcello Morandini. Lui stesso le svela a chi ha il piacere di ascoltarlo durante la conferenza stampa di presentazione della sua personale, realizzata dal Comune di Varese, con il Patrocinio della Provincia e della Regione Lombardia, al Castello di Masnago: dove sono visionabili fino al 7 maggio 40 nuove opere d’arte tra sculture, strutture tridimensionali, pannelli disegnati, oggetti vari della quotidianità, tutti o quasi, in bianco e nero. E mobili, ideati nel 2000 per Abitare Baleri di Bergamo e nel 2005 per Longoni di Cantù.
Morandini è anche scultore, architetto e insegnante di prestigio conosciuto in tutto il mondo. Il suo poliedrico segno, che si rapporta con la matematica e la geometria come la nota s’adagia nel pentagramma, unisce idealmente numerosi Paesi. Apprezzatissimo in Germania - quasi una seconda patria per lui - ma anche in Inghilterra e Svizzera, l’artista ha lavorato spesso oltre i confini del vecchio continente. A dimostrarlo sono i cento pannelli fotografici riproducenti, oltre che particolari di prodotti del suo design e delle opere d’arte, alcuni importanti interventi di architettura, tra cui quello di Singapore (il centro Goldhill), di Kuala Lumpur (Malesia) e di Perth, in Australia.
Nato a Mantova, ma varesino a tutti gli effetti dal ‘47, tanto da aver fatto di Varese il suo luogo dell’anima - e dunque non solo luogo di lavoro ma anche di affetti e di principale residenza, nella irripetibile casa studio di Bizzozero - Morandini parla con la chiarezza di chi è abituato a farsi capire. E spiega, con l’umanità e la cordialità rara che contraddistinguono ogni suo incontro, come fare design significhi porsi al servizio degli altri, con umiltà e nel rispetto di tutte le regole e delle esigenze di fruibilità del prodotto che non deve seguire a tutti i costi la moda, sempre meno rispettosa dei prodotti. Gli piace, insomma, mettere nero su bianco. Che sono anche i due colori preferiti dell’artista, colori che da soli fanno arte. Accade anche per la scrittura, dice Morandini. Dal segno nero sul bianco del foglio nasce l’emozione della parola scritta, la stessa emozione che, come nel design, dà la voglia di continuare, di ricominciare ogni volta.
Ricominciare significa per Morandini sperimentare sempre nuove forme. E materiali: che possono essere, data la professionalità a tre facce dell’artista, come dimostra anche la rassegna di Masnago, legno o plastica, pelle o porcellana, acciaio o granito o marmo. Da questi materiali e dalla matita magica di Morandini sono usciti negli anni orologi e tazze, posacenere e piatti, vasi e tavoli, divani e lampade, posate e carte da gioco, loghi e lettere dell’alfabeto (l’alfabeto Morandini), ma anche sculture minime o imponenti, facciate di fabbriche e banche, e musei e edifici. Creazioni tutte della sua fantasia, ma accomunate da un inscindibile legame geometrico ed emozionale. Perché “…si può vivere felici nella geometria e sentirsi liberi nella natura, La razionalità penso aiuti a non nascondere noi stessi, ma quasi a costringerci a conoscerci e a valorizzarci”. Ciò che a Morandini alla fine importa è che il suo rapporto d’artista con la quotidianità riesca far emergere il senso di quanto apparentemente appare banale: “Trovo esaltante scoprire che il niente nasconde il tutto e che gli occhi vedono solo ciò che la mente vuole…in questo trovo la morale appagante del mio lavoro, scoprire che l’ovvio è sorprendente e può avere la forma della vita”.
L’appuntamento col maestro al Castello di Masnago cade a sei anni da un’altra sua personale, offre il piacere di un ritorno e la conferma di un cammino che fa di Varese una delle tante tappe internazionali unite dall’arte morandiniana. Curata dallo stesso artista con totale partecipazione, la rassegna, che lo stesso definisce importante, studiata nei dettagli “perché non si fa una mostra a cuor leggero” è una chicca per Varese. I due terzi di essa sono infatti anticipazione di una prossima esposizione presso il neonato museo Ritter di Waldenbuck. Frau Ritter, imprenditrice del cioccolato e coerente collezionista di opere d’arte tutte sul tema del quadrato, ha voluto un museo dedicato allo stesso tema. E la mostra di Morandini sarà la prima vera esposizione. L’evento varesino è dunque importante in quanto sottolinea l’internazionalità del designer, ribadendo il suo legame con la Germania, dove Morandini è di casa, insegna e ha lungamente lavorato per Rosenthal, per Thomas e per altri. Ma lo è doppiamente perché è stato preceduto dalla cerimonia del matrimonio dell’artista con la sua compagna tra le mura del castello. Si tratta di una novità, inaugurata per l’occasione, che sarà offerta d’ora innanzi dal Comune di Varese ad altre coppie. Per il designer varesino, firma principale della rinnovata piazza Monte Grappa, si è trattato di una scelta coerente: che ha ufficializzato, nel cuore del suo mondo, la sua più importante scelta del cuore.

Marcello Morandini
11 marzo-7 maggio 2006
Castello di Masnago
Civico Museo d’ Arte moderna e contemporanea
Via Cola di Rienzo 42-21100 Varese
Orario: 10.30-18.30 da martedì a sabato. Domenica. 10.30-12.30/14.30-18.30

03/31/2006

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