Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Regio Insubrica: oltre il confine

La Regio Insubrica ha compiuto dieci anni, celebrati anche a Varese il 26 settembre scorso con un incontro a Ville Ponti per presentare questa realtà al territorio. Il presidente di turno della Regio, Marco Reguzzoni, parla delle opportunità, delle iniziative e dei vantaggi che possono derivare del buon funzionamento di questa insolita "Comunità di lavoro".

Cinque Province e il Cantone Ticino hanno brindato per i primi dieci anni di vita della Regio Insubrica. Come per quel 19 gennaio del 1995, quando a presiedere per la prima volta c'era Massimo Ferrario, è un varesino a guidare ora l'organizzazione transfrontaliera. Un periodo breve ma significativo per tutta l'area geografica coinvolta. Ai fondatori, il Cantone Ticino e le Province di Varese, Como, Verbania-Cusio-Ossola, si sono aggiunte quelle di Lecco e Novara e lo scorso 26 settembre, a Varese, i rappresentanti di questa "Comunità di lavoro" italo-elvetica si sono ritrovati per un pomeriggio di riflessioni sull'attività dell'istituzione.
Dall'assemblea annuale del 16 maggio Marco Reguzzoni ha assunto la presidenza.
"Un impegno importante - spiega il presidente della nostra Provincia, - che ho assunto con piacere perché credo che mai come oggi i confini siano un problema da superare".
Si parla ormai insistentemente di rilancio di questo ente e un impulso significativo è arrivato nel 2004 con la nomina del nuovo segretario generale Roberto Forte. Obiettivi e finalità partono proprio dall'esigenza di rivedere il concetto di frontiera tanto che nella presentazione della Regio Insubrica si afferma che questa "nel segno di un confine che unisce, si pone nel rispetto delle competenze istituzionali dei suoi membri, come uno strumento giovane e flessibile di management strategico del territorio. Essa invita i suoi attori a superare le logiche puramente localistiche, senza misconoscere le differenze che sono fonte di arricchimento, e a cooperare nel nome di quanto unisce questo territorio.
La Regio Insubrica opera nella convinzione che l'integrazione, attraverso la cooperazione delle grandi risorse del territorio insubrico e la sua evoluzione in uno spazio funzionale, potranno liberare nuove risorse e nuove energie e dare nuove prospettive di crescita a chi vive, lavora e trascorre il suo tempo libero in questa regione".
Presidente, finalità e obiettivi sono chiari, ma si può davvero parlare di integrazione dei rispettivi territori?
"Certo! È un'esigenza di tutti. Dobbiamo recuperare una presenza dei nostri territori fuori da questi. Gli interessi della nostra area sono davvero simili e quindi affrontarli insieme è un chiaro vantaggio. La Regio Insubrica ci permette di poter dialogare e lavorare insieme a progetti".
Ci può fare qualche esempio?
"Il lago Maggiore. Questo è un'attrazione di primo livello, ma ci sono forti problemi a promuoverlo in ordine sparso. Le sue rive bagnano due stati diversi, due regioni, tre province. Basta pensare solo a tutte le questioni di ordine burocratico per comprendere come mai si fatichi tanto a rilanciarlo come meta turistica. Abbiamo davvero bisogno di lavorare per sviluppare un diverso modo di fare informazione e promozione. Dobbiamo impegnarci a fondo nel superamento dei confini".
Con i patti bilaterali anche sul versante economico si aprono nuovi scenari. Che sviluppi ci possono essere in questo campo?
"La struttura dei diversi territori è molto simile ed è compatibile. Perciò si possono sviluppare reali sinergie. Anche qui gli esempi sono tanti. Nel settore della logistica si può fare molto. Un altro punto da sviluppare è un sistema aeroportuale".
Proprio su questo si è aperto un primo dialogo al Lugano Communication Forum con l'incontro tra lei, il presidente della Camera di Commercio di Varese, Angelo Belloli e gli interlocutori ticinesi. Crede ci possa essere uno sviluppo concreto?
"È auspicabile e necessario. I numeri ce lo indicano con chiarezza e tutti i nostri territori ne trarrebbero grandi vantaggi. Un hub come Malpensa serve già tutto il Cantone Ticino, ma anche un piccolo scalo come quello luganese di Agno può svolgere un servizio utile non solo ai cittadini, ma anche alle nostre imprese. È un progetto a cui lavorare da subito".
Ma tutto questo porta all'esigenza di avere un altro ente come la Regio Insubrica?
"La Regio può svolgere un compito rilevante. E non penso solo all'aspetto culturale, che pure ha grande valore perché serve a far comprendere l'importanza dell'integrazione dei territori. Dobbiamo usarla anche in chiave strategica nei confronti dei rispettivi stati per far sì che a Berna come a Roma prestino maggiore attenzione alle nostre realtà".

Nuove Regioni Europee: la sfida dell'Insubria
a cura di Roger Friedrich, Antonio Franzi, Sergej Roic, Robi Ronza (Giampiero Casagrande editore)
Un volume che si propone quale vero e proprio vademecum dell'Insubria: l'area comprendente il Cantone Ticino e le Province italiane di Como, Lecco, Novara, Varese e del Verbano-Cusio-Ossola viene, forse per la prima volta, analizzata come un "unicum" in tutte le sue caratteristiche, dal tessuto socio-economico alle debolezze infrastrutturali fino ai rapporti culturali e al patrimonio artistico e ambientale. Particolarmente ricca la sezione degli apparati con i dati riassuntivi dell'economia e della società civile, gli elementi bibliografici nonché le cartine stradali e ferroviarie.

Cos'è la Regio Insubrica
Un nome di eredità celtica per un'associazione che vuole riscoprire l'identità geografica, storica culturale e linguistica di un territorio, al di là dei confini istituzionali. L'obiettivo della Regio Insubrica, costituita come Comunità di lavoro un decennio fa a Varese, è proprio quello di promuovere la cooperazione e l'integrazione transfrontaliera nella regione italo-svizzera dei tre laghi prealpini e favorire la presa di coscienza dell'appartenenza ad un territorio comune. Inizialmente costituita dal Cantone Ticino e dalle Province di Como, di Varese e del Verbano-Cusio-Ossola, dal 1997 la Regio Insubrica ha attivato anche un accordo di collaborazione con le Province di Lecco e Novara. Nel segno di un confine che unisce, l'istituzione si offre, nel rispetto delle competenze istituzionali dei suoi membri, come uno strumento di management strategico del territorio.

09/23/2005

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa