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I Distretti e la Finanziaria

I distretti produttivi, fondamentali nella nostra economia, valorizzati nell'ultima legge Finanziaria.

La legge Finanziaria 2006 ha introdotto una serie di disposizioni a favore dei distretti produttivi. Il fondamento economico di tale normativa va individuato, come si legge nella relazione illustrativa al disegno di legge Finanziaria, nell'idea "di avviare azioni di contrasto verso i mali di una parte dell'economia italiana, radicati, segnatamente, nel nanismo delle imprese e nell'evidente incapacità di avviare, su larga scala, comuni politiche di crescita".
Con decreto del ministro dell'economia e delle finanze saranno individuate le caratteristiche di queste strutture economiche, mentre l'adesione al distretto da parte dei soggetti che, trovandosi in possesso dei requisiti indicati nel decreto ministeriale, siano interessati a farvi parte sarà volontaria e comporterà una serie di agevolazioni amministrative (le imprese potranno intrattenere rapporti con le pubbliche amministrazioni per il tramite dei distretti), finanziarie e fiscali. Queste ultime si sostanziano nella possibilità di determinare un imponibile contributivo di distretto, che assumerebbe la veste di soggetto passivo delle imposte, con i relativi obblighi di dichiarazione e di versamento.
Le imprese aderenti al distretto potranno optare per la tassazione unitaria ai fini dell'imposta sulle società secondo un modello mutuato dalle disposizioni in materia di consolidato fiscale nazionale, quindi con determinazione di un reddito unitario e la compensazione di redditi e perdite delle imprese del distretto. In alternativa, si potrà optare per una tassazione unitaria di distretto definita su base concordataria per almeno un triennio: il distretto, cioè, concorderebbe con l'Agenzia delle entrate l'imponibile fiscale dovute nel complesso del distretto oppure singolarmente per ciascuna impresa. Analogo concordato potrà essere fatto con gli enti locali, per i tributi spettanti.
Il nuovo regime fiscale dei distretti sarà soggetto ad una prima fase di carattere sperimentale, nei riguardi di uno o più distretti individuati dal decreto ministeriale di cui si è detto. La prudenza della legge, a questo riguardo, è da mettere in relazione con la difficoltà di quantificare le perdite di gettito che potrebbero derivarne.
L'importanza dei distretti produttivi era stata ripetutamente riconosciuta dagli studiosi di economia e anche dal mondo politico. Qualche accenno di politica industriale che premiasse i distretti si era avuto con interventi legislativi regionali. Ora, la legge Finanziaria ne ha, per così dire, istituzionalizzato il ruolo e questa è certamente una circostanza positiva. Ora, occorre sperare che le agevolazioni introdotte non vengano bocciate dall'Unione Europea, che potrebbe considerarle aiuti di Stato destinati ad alterare la concorrenza interna. L'idea, in sostanza, è apprezzabile. Sarà necessario, per valutarne l'efficacia, anche alla luce delle modeste risorse messe in gioco e della caratterizzazione dichiaratamente sperimentale della normativa, evitare che le procedure di attuazione, da emanarsi, abbiano a tardare o ad appesantirne le modalità di utilizzo.

02/24/2006

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