Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Varese e la prova "sicurezza"

Il consiglio dei ministri del Welfare, grande occasione di prova per le forze dell'ordine della nostra provincia. Da una prova ben superata, interessanti prospettive future.

Giovanni Selmin - Questore di Varese Il recente summit europeo dei ministri del Welfare è stata l'occasione per Varese di "sperimentare" un modello-sicurezza innovativo. Città tenuta sotto controllo discretamente, spostamenti di delegazione scortate con metodi nuovi, dall'alto con elicotteri collegati direttamente con la questura, tiratori scelti disposti negli angoli più a rischio. Insomma, un vero e proprio puzzle di tasselli per garantire massima sorveglianza ad ospiti, ministri ed operatori, dislocati per i lavori e per il pernottamento in molti punti di Varese. Dai pranzi alla cena di gala, dalle riunioni allo shopping, il summit ha toccato Villa Ponti, Villa Panza, i Giardini Estensi, il Palace Hotel, il Sacro Monte. Senza dimenticare Malpensa, dove la maggior parte dei ministri è atterrata, e i percorsi extraurbani per raggiungere la città-giardino. Sulla questione del coordinamento tra le varie forze di polizie che hanno assicurato uno svolgimento del summit senza intoppi e problemi, abbiamo intervistato il questore di Varese, Giovanni Selmin, che ci ha illustrato nei dettagli il piano messo a punto in due mesi di intenso lavoro all'insegna, appunto, della "cooperazione" e delle "sinergie".
Signor questore, il summit dei ministri svoltosi a luglio a Varese è stato perfetto dal punto di vista della sicurezza. Come si è organizzato il lavoro delle forze dell'ordine?
Sotto il profilo organizzativo, l'impegno legato al summit è stato straordinario, con un coinvolgimento massiccio di tutte le forze dell'ordine. Un evento che non ha precedenti negli ultimi vent'anni in provincia. Il consiglio dei ministri europei ha investito problematiche diverse di sicurezza, problemi cioè di sicurezza pubblica ma anche di sicurezza individuale, dei singoli partecipanti insomma. Quindi tutta l'organizzazione è stata finalizzata per questo duplice scopo. Da un punto di vista numerico, nella seconda giornata di lavori, la più intensa, con spostamenti anche frequenti in città, sono stati impegnati circa 1.000 uomini e 200 mezzi. Per definire tutti i dettagli, abbiamo lavorato oltre due mesi: dal ministero dell'Interno sono giunti funzionari esperti per studiare i minimi particolari e le riunioni, svoltesi in Prefettura, si sono susseguite affrontando di volta in volta i diversi scenari ipotetici. Compresa quella delle contro-manifestazioni. E' stato garantito nel migliore dei modi, il diritto di protesta, con una manifestazione concordata in precedenza con gli organizzatori, grazie a un buon lavoro di dialogo.
Quali sono i risultati conseguiti in questo primo "esperimento" di forte cooperazione e quali sono le prospettive per il futuro del coordinamento delle forze dell'ordine a Varese?
L'efficienza e la funzionalità dei servizi sono stati resi possibili proprio grazie a un preciso piano di coordinamento tra questura, carabinieri, polizia stradale, polizia provinciale, guardia di finanza, polizia locale, polizia forestale e polizia di frontiera, con la collaborazione di vigili del fuoco e di 118. Il lavoro di controllo ha coinvolto un territorio vasto: non bisogna pensare infatti solo a Varese, ma ad esempio a Malpensa e al tratto compreso tra l'aeroporto e Varese. D'altronde l'hub rappresenta una porta di ingresso dal mondo che sta sull'area varesina, nella nostra provincia, con tutto il carico di lavoro conseguente. E questo non è valso solo per il summit dei ministri, ma anche per altri importantissimi eventi, dal vertice dei ministri delle Finanze a Stresa delle scorse settimane al work-shop di Cernobbio. Sono le nostre forze dell'ordine a garantire la sicurezza. E la cooperazione massima c'è stata anche con gli staff del ministero del Lavoro e del ministero dell'Interno. Collaborazione massima anche con i gestori di particolari servizi, dalla Telecom all'Enel: si doveva garantire la massima efficienza anche in vista di possibili problemi di sicurezza che non si sono fortunatamente verificati.
Ciascun corpo ha, nell'ambito del coordinamento di un piano sicurezza, delle "mansioni" particolari?
Certo, e le riunioni sono servite proprio a definire ciascun compito onde evitare sovrapposizioni o incomprensioni. Oltre ai normali corpi sono stati utilizzati, per le esigenze specifiche di controllo, specialità di polizia: tiratori scelti, artificieri, squadre cinofile. Tutto questo apparato è stato predisposto per garantire protezione senza però snaturare il carattere informale della riunione. Non volevamo insomma pregiudicare con misure interdittive troppo forti la normale vita sociale e lavorativa dei varesini e la fruibilità della città. Per questo non abbiamo creato zone "rosse", ma ci sono state limitazioni viabilistiche assolutamente logiche e brevissime, tra l'altro. Abbiamo voluto evitare la militarizzazione della città.
Al Palace è stata predisposta, in occasione del vertice, una vera e propria "cabina di regia" per garantire la sicurezza dei ministri e degli ospiti nei vari spostamenti e durante le riunioni. Come ha funzionato?
Ha funzionato nel migliore dei modi. Ci siamo infatti adeguati al livello organizzativo del ministero: al Palace è stata predisposta questa centrale operativa ad alta tecnologia per dare risposte immediate ai problemi che si potevano verificare durante spostamenti e incontri. In centrale c'era anche personale del 118 e dei vigili del fuoco. Per esempio, nel giro di pochi istanti, occorreva stabilire un percorso alternativo da Malpensa a Varese a causa di un incidente sull'Autolaghi.
Quanto valgono le nuove tecnologie nel lavoro di poliziotti, carabinieri, finanziari e poliziotti locali?
Oggi sono indispensabili, soprattutto per l'organizzazione di eventi di livello. Il ministero dell'Interno ci ha messo a disposizione elicotteri con un particolare dispositivo che mi consentiva di seguire qualsiasi momento di spostamenti oppure di manifestazione dal mio studio. Questo mi permetteva di concentrarmi anche sui dettagli e di intervenire con qualsiasi decisione con estrema rapidità. Il tutto grazie alle tecnologie.
In base alla sua esperienza, che riflessione si può trarre per migliorare ancora di più il coordinamento tra le varie forze?
Essendo stato il primo consiglio informale dei ministri nell'ambito del semestre italiano europeo, l'organizzazione è stata presa come esempio per molti altri incontri. E' stato estremamente positivo il target di lavoro, il modo di lavorare in gruppo, affinando tecniche che possono aiutare ad omogeneizzare le diverse modalità organizzative proprie di ciascuna forza dell'ordine. C'è da dire che la provincia è in continua evoluzione e il nostro impegno va nella direzione della massima attenzione ai tempi che cambiano e alle esigenze che avanzano diverse rispetto al passato.
Quali sono i problemi ancora da risolvere?
Sicuramente, anche nell'ottica di garantire la sicurezza di eventi del genere, resta il problema delle strutture a disposizione delle forze dell'ordine. Dobbiamo lavorare molto su questo fronte.

09/25/2003

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa