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Michele Cascella, la poesia del Paradiso perduto

Ad Arona un omaggio all'artista. In mostra, la gioia di vivere.

Barche a Portofino, 1976, olio su tela, 70 x 100 cmDal 1907 al 1987, attraverso ottanta dipinti di Cascella, per conoscere al meglio la produzione di un pittore che della sua arte e del suo mestiere ha fatto l'incarnazione di un sogno durato una vita. Michele Cascella (1892-1989) fu molto amato dal pubblico e dai collezionisti, ma, come scrisse il collega Carrà, 'mal capito dalla critica italiana che ne ha una conoscenza del tutto superficiale e in gran parte errata'. L'occasione di rendere un grande omaggio all'artista parte dalla Città di Arona e da Villa Ponti, che offre un ulteriore, significativo momento della sua intensa attività culturale ed espositiva, attraverso la rassegna 'La gioia di vivere. Michele Cascella ad Arona'.
Realizzata per Art Museo da Manuela Boscolo e Carlo Occhipinti, con il contributo della Regione Piemonte, oltre che ripercorrere il lungo iter dell'artista, la mostra propone, per la prima volta in Italia, il nucleo di cinquanta opere storiche esposte nell'anno 2000 in tre musei del Sud America. Era un importante ritorno, perché in questa terra l'opera di Cascella fu conosciuta e apprezzata fin dalla prima sua esposizione, nel 1913.
Nato a Ortona, in provincia di Chieti, Michele Cascella fu avviato, nonostante l'avverso giudizio degli insegnanti, a un intenso e severo studio di disegno e pittura dal padre Basilio, buon pittore e ceramista. La felice carriera del giovane, che con il fratello Tommaso diverrà, grazie alla scuola paterna, un precocissimo prodigio del mondo dell'arte (a sedici anni a Parigi è già recensito su L'humanité e a diciassette espone al Salon de l'Automne), troverà i suoi esiti migliori nell'uso abilissimo delle tecniche del pastello e dell'acquerello. Ma il talento artistico gli consentirà di esprimersi al meglio anche con olio, china e tempera, che utilizzerà con identica disinvoltura, ottenendo altissimi effetti coloristici.
L'impegno assiduo e la crescente fama di Cascella, che fin dal 1910 è a Milano, dove stringe amicizia con la Sarfatti, Boccioni e Marinetti, e nel 1924 si presenta per la prima volta alla Biennale di Venezia, lo condurranno fuori dai confini nazionali, in giro per l'Europa, da Parigi a Londra a Bruxelles, e anche negli Stati Uniti (in California, dal 1959) e nell'America del Sud. Di quest'ultimo, felicissimo periodo, la mostra di Arona offre, come abbiamo già detto, un nucleo di cinquanta opere storiche, esposte nel 2000 in tre grandi musei di Rio de Janeiro, San Paolo del Brasile e Buenos Aires. Il gusto per le atmosfere solari e i colori caldi di quelle lontane terre amate e abitate da Cascella si avvertono pienamente nei dipinti là realizzati: si vedano le versioni stagionali della Casa di Faffi, ripresa d'inverno e nel fulgore dell'estate, o la poeticissima opera dedicata alla casa di Carmel. A proposito di poesia, è l'amico De Chirico a notarne 'il poetico realismo riscontrabile soprattutto nei paesaggi'. E a sottolineare come Cascella sia 'uno dei pochi artisti che risvegliano in noi la poesia del Paradiso perduto'. Solarità, leggerezza poetica, luminosità permeano del resto tutta l'opera di Cascella e vanno accrescendosi negli anni, come evidenzia il confronto tra le opere giovanili e quelle della maturità e degli ultimi anni: dai tanti paesaggi della amata Portofino, ritratta da ogni angolatura senza mai stancarsi, e raccontata in mostra anche attraverso una gioiosa vela palpitante di vento, ad alcuni meno noti paesaggi della terra ligure, alle marine dedicate a Capri, alle esplosioni floreali di ginestre, papaveri e zinnie, alla solitaria, ma indimenticabile veduta - per il nitore dei contrasti - di Montecatini alta (1926).
E' merito particolare della mostra aronese la presenza di alcune opere di elevatissima qualità tecnica e grande atmosfera dedicate da Cascella al lago Maggiore. Odorano di passato e di storia le due austere rocche, le dirimpettaie sentinelle di Arona e Angera del Golfo Borromeo, eseguite con sapientissimi tocchi ad acquerello e china nel 1930 e che richiamano i migliori vedutisti del Grand Tour. Con 'Isola dei Pescatori e Isola Bella da Baveno', una tecnica mista su cartoncino del 1926, e 'Isola Bella e Isola dei Pescatori da Stresa' un pastello del 1929, Cascella raggiunge invece esiti di impareggiabile freschezza, luminosità e atmosfera. Lo stesso artista ammetteva: 'I pastelli hanno sempre esercitato su di me un fascino particolare. Quasi un potere suggestivo. Mi hanno più volte indotto a sognare, ad uscire dalla realtà per raggiungere uno stato di intima attrazione'. E' quello stesso stato che Cascella riesce magicamente a trasmettere in chi osserva. 'Ciò che preme a Cascella - come nota Sgarbi - è evocare, alludere a un intero mondo con limpidi frammenti di visione, smuovere stratificazioni di pensieri ed emozioni sepolte, o forse mai a noi appartenute, ma che egli ci fa credere nostre. Questo è il potere di seduzione, di incantamento delle immagini: che si radicano dentro di noi come se ci fossero sempre state (…)'.
Il catalogo della mostra, della Fondazione Art Museo, contiene saggi critici di Vittorio Sgarbi, Fabio Magalhães e Maurizio Fagiolo dell'Arco e una biografia di Giuseppe Bovini

La gioia di Vivere, Cascella ad Arona
26 dicembre 2005-2 aprile 2006
Villa Ponti - Arona
Da lunedì a sabato: 10.00-12.00 14.30-18.30
Domenica e festivi: 10.00-12.30 14.00-19.00
tel. 0322 44629

Sul filo dell'acqua
Emilio Corti, Impetuoso - cm 60 x 80, olio su tela - 2003L'acqua che ispira e seduce, presenza e simbolo, nelle opere di cinque artisti contemporanei in mostra a Castellanza.
Le onde avvolgenti di Ignazio Campagna e le piogge (anche quelle di parole) di Massimo Conconi, i riflessi cangianti e le visioni di Emilio Corti, i flash canori di Bruno Fasola e le cascate rassicuranti di Marco Zanzottera. E' attorno al tema dell'acqua che cinque artisti hanno accettato di mettere a confronto le loro diverse esperienze, raffrontandosi con tecniche diverse - dalla pittura alla scultura, alla fotografia, ad altre combinazioni di manualità e materia - in un risultato di grande armonia. 'Sul filo dell'acqua' è infatti il titolo della mostra, curata da Luigi Cavadini, che, già allestita con successo nel rinnovato Museo Butti dal 18 dicembre al 15 gennaio 2006, sarà visitabile a Villa Pomini di Castellanza dal 19 Marzo al 10 aprile. Elemento vitale e insieme labile, presenza che scorre all'infinito nel tempo e parla dell'oggi e del futuro, ma anche di remoti luoghi della memoria, simbolo e suggestione, l'acqua ha ispirato gli artisti chiamati ad esprimersi inducendoli, dice Cavadini 'ad una significativa esemplificazione dei vari percorsi dell'arte di oggi. Che pur avendo ormai superato i condizionamenti della tradizione e muovendosi in grande libertà, non rinnega certo le sollecitazioni che giungono da tutta la storia dell'arte'.
Sul filo d'acqua
dal 18 marzo al 10 aprile 2006
Villa Pomini - Via Don Luigi Testori 24 - Castellanza (VA)
dal 18 marzo al 10 aprile 2006
da martedì a sabato 14.00-18.30, mercoledì e giovedì anche 10.00-12.00, domenica 10.00-12.00/15.00-18.00

02/24/2006

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