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Innovazione, collaborazione e scelte coraggiose

Gli imprenditori varesini, riuniti all'Assemblea Generale dell'Unione degli Industriali dello scorso 6 giugno, riflettono su competitività e rilancio dell'economia col contributo di sociologi ed economisti.

Nella foto di Giorgio Lotti: i momenti salienti dell'Assemblea
Sulla competitività, ma soprattutto su come rilanciarla, non mancano le ricette da parte di economisti, sociologi e imprenditori. Ne è stata testimonianza la tavola rotonda organizzata durante l'assemblea degli industriali varesini, con Aldo Bonomi, sociologo e fondatore del Consorzio A.A.S.TER., Gian Maria Gros-Pietro, economista e presidente di Autostrade Spa e Nerio Alessandri, imprenditore e presidente di Technogym Spa. Sempre nella stessa occasione, il 6 giugno scorso, a queste voci si sono aggiunte quelle arrivate nei videomessaggi del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e del professor Mario Monti, ex Commissario europeo alla concorrenza. E poi ancora il tema è stato dominante nell'intervento del presidente dell'Unione Industriali, Alberto Ribolla, e in quello del presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. Tutti hanno offerto un loro punto di vista, una ricetta che andasse al di là della pura diagnosi della situazione.
La cultura dell'innovazione e della concorrenza sono state al centro del discorso del presidente degli industriali varesini. "Noi industriali - ha detto Ribolla - dovremo far emergere e valorizzare anche forme diverse di innovazione: non solo il prodotto, non solo il processo, occorre anche innovare la componente gestionale e cambiare la capacità di governance delle nostre imprese". Ad essere vincente sul mercato globale, per Ribolla, è una innovazione che si rafforza con aggregazioni di scopo tra le imprese in un'ottica di maggiore cooperazione. Ma ciò non è sufficiente se manca un secondo tassello, quello della concorrenza. "L'urgenza di interventi in tempi stretti per rilanciare l'economia - ha detto Ribolla - impone un'ulteriore iniezione di concorrenza nel sistema. La strada verso la creazione di un libero mercato è stata lasciata incompiuta, mantenendo realtà economiche sotto i comodi ombrelli dei monopoli, delle esclusive, delle barriere di ingresso". La maggiore concorrenza diventa lo stimolo al miglioramento continuo, la via per cercare performance migliori e diventare quindi più competitivi. "Abbiamo voluto indicare alcune semplici strade - ha detto Ribolla - per migliorare il quadro delle regole competitive. Si tratta di soluzioni a costo zero che non necessitano di stanziamenti particolari e che quindi sono concretizzabili in tempi veloci".
Cinque sono invece stati i punti della ricetta Montezemolo per la maggiore competitività del Paese: "L'Italia è un Paese che non attrae capitali perché, da nord a sud, c'è un contesto che non aiuta, fatto di un alto peso del fisco, poche infrastrutture, problematiche sindacali complesse e troppa burocrazia. Questo sistema va cambiato per poter essere più competitivi".
Ecco allora i cinque punti messi sul tappeto da Montezemolo, che vanno dalla semplificazione burocratica alla maggiore concorrenza, passando per un sistema formativo basato sulla meritocrazia, aggiungendo a ciò una iniezione di ricerca e innovazione. E, per finire, come quinto punto il presidente di Confindustria ha indicato la necessità di risolvere i nodi infrastrutturali. "Tutto ciò produrrà i suoi effetti in non meno di cinque o sei anni. Ma a ciò va anche aggiunta - ha detto Montezemolo - l'urgenza della lotta al sommerso, nonché l'abbassamento del costo del lavoro, al fine di liberare risorse utili per la crescita dell'economia".
Per Aldo Bonomi la via verso una maggiore competitività è data dalla capacità del singolo imprenditore di non guardare solo a se stesso, ma di avere come punto di riferimento le relazioni con gli altri attori economici ed istituzionali del territorio. Il sociologo ha parlato di "imprenditoria coalizionale" e ha spiegato così il concetto: "Il problema non è che ciascuno debba cedere qualche cosa - ha detto - ma occorre fare coalizioni con altre imprese e con le istituzioni del territorio: non si può pensare di vivere di rendita, ma di discontinuità". Ecco allora un modello in cui è sul territorio che si delinea la rotta dello sviluppo. "Oggi - ha detto Bonomi - sono i sistemi territoriali a competere e per questo occorre superare la concezione di divisione in province, per pensare che si agisce in un contesto ben più ampio".
Sicuramente competitivo è stato Nerio Alessandri, presidente di Technogym Spa, azienda diventata leader nel suo settore e che ha spiegato così il motivo del suo successo. "Abbiamo investito molto nelle risorse umane - ha detto - tirando fuori il cuore di chi lavorava al progetto e cercando di pensare in grande, per battere la concorrenza che per noi era rappresentata dagli americani". Una ricetta che si è nutrita anche molto di ricerca e sviluppo e che ora guarda con interesse alla prospettiva di essere punto di riferimento per il territorio. "Il 15% delle nostre risorse umane - ha detto Alessandri - si occupa proprio di ricerca e sviluppo. Ho anche lanciato l'idea di creare una wellness valley in Romagna, puntando su di un settore sul quale c'è molta sensibilità sul nostro territorio".
Una ricetta che ha trovato d'accordo l'economista Gian Maria Gros-Pietro. "Ho visto casi di imprenditori - ha detto - che hanno saputo come fare a superare le difficoltà mettendo più competenze all'interno dei loro prodotti, inserendo maggiori tecnologie in quello che facevano e sapendo vedere dove andava il mercato. Certo non si tratta di una sfida facile, ma sicuramente ci si sta muovendo in questa direzione". Una direzione nella quale il contesto internazionale e globalizzato dell'economia ha un peso rilevante. "L'Italia di oggi - ha detto Gros-Pietro - non è quella di 50 anni fa e il mercato su cui opera è molto più esteso: per questo occorre che ciascun territorio trovi una sua specializzazione, produzioni di nicchia, in modo da attrarre e sviluppare funzioni molto particolari. Possiamo riuscire in questo, ma tutto il tempo che si perde è un costo per le imprese".
E di competitività ha parlato, nel suo intervento videoregistrato per l'Assemblea, anche il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso che ha affermato: "Mantenere e allo stesso tempo sviluppare ulteriormente la competitività industriale europea in un mercato globale è uno dei punti fondamentali all'ordine del giorno nell'agenda europea, sia per il settore privato che per quello pubblico". Due sono le sfide individuate dall'euro-presidente. "In primo luogo - ha detto Barroso - occorre migliorare in modo costante la produttività dell'industria, settore nel quale negli ultimi dieci anni si è perso terreno rispetto alla concorrenza. Poi dobbiamo anche diventare più forti in settori con un rilevante contenuto tecnologico, dal momento che il costo del lavoro in Europa è relativamente alto ed è quindi difficile essere competitivi nei settori contraddistinti da una bassa tecnologia".
Più improntata a una forte politica della concorrenza è invece stata la ricetta contenuta nel secondo video messaggio arrivato alla platea degli industriali varesini, quello dell'ex commissorio europeo, Mario Monti. "L'economia italiana - ha detto Monti - ha bisogno a mio parere di una uscita dalla presa forte delle corporazioni. E' una economia ancora troppo dominata dagli interessi di gruppi costituiti che cercano con tutte le loro forze di rendere più difficile l'ingresso a concorrenti". L'avvio di una maggiore concorrenza porta con sé una vita forse un po' meno facile per le imprese, ma sicuramente effetti positivi per tutto il sistema economico. "Solo attraverso una maggiore concorrenza - ha concluso Monti - può venire una maggiore efficienza, il premio ai migliori e una migliore competitività".

06/17/2005

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