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Mister Ignis, il re dei frigoriferi

Giovanni Borghi, un uomo che grazie alla sua "intuizione del fuoco e del ghiaccio" entrò nelle case degli italiani.

"Mattei provided the gas, Borghi the cookers". Enrico Mattei fornì all'Italia il gas, Borghi i fornelli. Il commento, del giornale inglese Sunday Times, sottolineava il ruolo di Giovanni Borghi nell'Italia della Ricostruzione.
Voce roca, aspetto burbero e modi spicci, Borghi condivise con Mattei, che apparentemente poco gli somigliava, un fiuto eccezionale e quell'umanità ruvida che fecero di entrambi dei protagonisti del boom economico del dopoguerra.
Terzogenito dei quattro figli di un elettricista divenuto imprenditore, il futuro re dei frigoriferi era nato nel 1910 all'Isola Garibaldi, quartiere popolare di Milano dove s'incrociavano in quegli anni le vite di uomini destinati a far parlare di se'. A respirare l'aria dell'Isola era stato anche l'adolescente Silvio Berlusconi. Proprio Berlusconi ha ricordato - nel libro di Gianni Spartà, edito da Mondadori, Mister Ignis - le origini di quel "giovanotto pieno di vita" che, per arrotondare la paga di operaio, anzi di garzone, andava per cinematografi offrendo la sua arte musicale come accompagnamento ai film muti. "Ho un ricordo nitido di dov'era la bottega di piazza Minniti, una bottega d'elettricista, nella quale il sciùr Guido, milanese tutto d'un pezzo, di stampo antico, insegnava ai suoi tre figli maschi, Gaetano, Giovanni e Giuseppe, gli stessi comandamenti che mio papà Luigi ha trasmesso a me: il senso del dovere, la capacità di sacrificio, l'amore per il lavoro, il rispetto della parola data". Giovanni avrebbe sforato da quel cliché borghese troppo stretto - come capita sempre ai protagonisti e ai potenti - aggiungendovi nel tempo personali comandamenti che colorirono la sua vita e quella di familiari e amici; la passione per le donne e le case da gioco, una generosità e prodigalità leggendarie, la frequentazione del mondo dorato fatto di artisti, divi, sportivi, di aristocratici e ricchi della prima e dell'ultima ora. Ma già all'Isola, mentre s'abbandonava - le manone perse sulla tastiera del pianoforte - alla malinconia romantica del buio della sala, il ragazzone Giovanni macinava diversi sogni. Fu anche la guerra a decidere la sorte dei Borghi, costringendoli a trasferire l'attività a Comerio, dove, in via Piave 26, uscirono dalla piccola azienda familiare, la "Guido Borghi e Figli", i primi fornelli elettrici poi a gas. Dall'intuizione del fuoco, merito di Giovanni, s'arrivò in breve a quella del ghiaccio, altro suo merito, che portò il nome della famiglia e il marchio Ignis fuori dai confini del paese. L'azienda di via Piave fu via via sostituita da stabilimenti sempre più grandi, a Gavirate e a Cassinetta di Biandronno. E, accanto alle filiali italiane, (tra le prime Bologna, Brescia, Bari, Genova, Verona, Cosenza, Catania e Palermo, ma molte altre se ne aggiungeranno) nacquero la Deutsche Ignis, La Ignis Iberica, la Ignis Belgique, la Ignis France e altre Ignis in diverse parti del mondo. Nel '67 il presidente del consiglio Aldo Moro inaugurava un nuovo stabilimento a Siena e, a Cassinetta, la nuova fabbrica di compressori.
Se Mattei s'identificava nel cane nero a sette zampe dell'Eni, il marchio Ignis era l'arme del vessillo dei Borghi che entrava in ogni casa grazie alla scoperta del frigorifero. Eppure in quell'impero, di cui fu sovrano assoluto, Borghi abitò con la testa, lasciando che il cuore e l'anima continuassero ad avere casa nel suo piccolo mondo di provincia.
Singolare era del resto sempre l'approccio con il suo prossimo e con la vita. "I suoi metodi di lavoro - scrisse Montanelli - sembrano uno sberleffo ai criteri organizzativi dell'impresa neocapitalistica. E' generoso coi dipendenti, ma non ammette interferenze di sindacati tra lui e loro. Dell'azienda si considera il patriarca e vi investe tutto quello che ha, energie e capitali. L'ama d'un amore possessivo e esclusivo… in questo uomo sanguigno rivive lo spirito dei pionieri dell'industria lombarda che calarono cento anni fa dalla Brianza e dalla Valtellina: l'inesasuta passione di costruire, il quadrato del buon senso, la tenacia, il paternalismo, l'indipendenza spinta fino all'anarchia, l'istinto competitivo sfrenato fino al delirio, l'incondizionata fiducia nell'esperienza. Ha l'orgoglio del self-made man. Ma del self-made man ha anche il calore umano. Borghi non è sospetto di letteratura quando attribuisce un cuore ai suoi frigoriferi".
Tra i momenti più emozionanti della sua carriera di cumenda furono la nomina a cavaliere del lavoro nel '61, la laurea honoris causa in ingegneria elettronica nel '66, l'inaugurazione ufficiale del convitto Paolo VI a Cassinetta di Biandronno, nel '65, presente il primo cittadino della Repubblica Giuseppe Saragat, che ricordò di Borghi l'impegno sociale, avendo l'imprenditore varesino disposto finanziamenti per asili-nido, case di riposo, padiglioni ospedalieri e numerose altre iniziative benefiche. Altre emozioni gli susciteranno le vittorie dei campioni e delle squadre sportive, sostenute dalla sua Ignis, di cui era, coi figli e con la moglie, patron entusiasta. Il nome Ignis campeggiava in ogni disciplina: dal ciclismo al pugilato, dal canottaggio al nuoto, al tennis, al basket. I ciclisti Miguel Poblet, Antonio Maspes, Ercole Baldini, i pugili Mazzinghi, Loi e D'Agata, i tennisti Pietrangeli, Siroli e Gardini, i canottieri Martinoli, Petri e Mosetti resero famoso ovunque il nome Ignis. Nella sua Comerio, Borghi fece costruire una piscina olimpionica, campi di tennis, di pallavolo e di basket, una palestra e una serie di alloggi. La "casa dell'atleta", così si chiamava il complesso, divenne luogo di passaggio di campioni impegnati a difendere i colori Ignis nelle varie discipline. Ma mentre la gloriosa squadra cestistica di Meneghin e Ossola, di Rusconi, di Raga e Morse nel '68 arrivava a festeggiare i venticinque anni della sua fondazione, iniziava a profilarsi il tramonto della stella di Giovanni Borghi, un tramonto determinato dalle difficoltà congiunturali del mercato nelle mutate condizioni di un panorama economico-sociale inquieto, ma anche dai personali problemi di salute dell'imprenditore. Borghi tentò, affidandosi all'antico fiuto, di guardarsi attorno alla ricerca di nuove alleanze, ma le condizioni di un mercato che puntava ormai alla globalizzazione, dettando leggi non accettabili per un self-made man, gli imposero di arrendersi. Nel '70 nasceva la Ire Industrie Riunite Elettrodomestici, al cui azionariato partecipava la Philips, che acquisirà le quote dei Borghi alla fine del giugno 1972. Forse non fu un caso se la malattia iniziò a piegare definitivamente il robusto fisico di Borghi di lì a poco, portandoselo via appena qualche anno più tardi. Accadde il 25 settembre del 1975, in silenziosa dignità. Alla fine degli anni Ottanta l'olandese Philips cercherà a sua volta alleanze nella americana Whirlpool, con una joint-venture nell'88, poi, tra l'89 e il 90, attraverso una compartecipazione non paritaria. Dal primo gennaio 1991 sarà la Whirlpool a guidare le sorti della creatura di Borghi.

A Cassinetta, la Direzione "europea" di Whirlpool

Fondata nel 1911, Whirlpool Corporation è la maggior produttrice e distributrice di grandi elettrodomestici nel mondo. Con sede centrale a Benton Harbor-Michigan-USA l'azienda ha stabilimenti in 13 nazioni (per un totale di 62.000 dipendenti) e commercializza prodotti con 11 marchi principali in oltre 170 paesi.
Nel 2001 ha realizzato una vendita annuale di quasi 39 milioni di elettrodomestici, pari a una vendita netta di 10,3 miliardi di dollari e a un utile netto di 371 milioni di dollari In Europa occidentale rappresenta la prima marca di elettrodomestici più venduta ed è leader nei mercati emergenti dell'Europa centrale e orientale. Complessivamente è al terzo posto tra i produttori europeo di elettrodomestici con 12.000 dipendenti ed entrate per 2, 06 miliardi di dollari (al 2001). I marchi europei, accanto a Whirlpool, includono Bauknecht e Ignis. Whirpool commercializza anche con il marchio Laden, in Francia, e con quello KIC, in Sud Africa. A Comerio la Whirlpool, subentrata definitivamente alla Philips dall'1 gennaio 1991, ha il Centro Operativo Europeo ed è la sede della Divisione Commerciale Italia, che distribuisce elettrodomestici su tutto il territorio nazionale. A Cassinetta di Biandronno sono 3 dei 6 stabilimenti italiani (gli altri sono a Trento, Siena e Napoli) che danno lavoro a circa 6000 dipendenti. L'11 dicembre a Cassinetta, insieme alla presentazione del libro di Giovanni Borghi, si inaugura la nuova fabbrica "side by side".

11/21/2002

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