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L'antica arte della ceramica d'Albisola

A Gallarate, una rassegna sulla famosa ceramica di Albisola. Un incontro tra due province, quella di Varese e quella di Savona, con una grande tradizione nell'ambito di questa forma artistica.


Non appare senza motivo che un'importante mostra sulla ceramica e su una delle sue più interessanti storie, quella focalizzatasi in Albisola nella grande stagione tra Déco e Futurismo degli anni Venti e Trenta, e successivamente esaltata dall'esperienza degli anni Cinquanta e Sessanta, si tenga in un territorio che dalla ceramica e dalla sua attività - ma è giusto chiamarla arte - tantissimo ha tratto e, ancora, seppure in misura quantitativamente ridotta, continua a ricevere.
La fama delle ceramiche lavenesi, di quelle di Ghirla e di Cunardo, ha travalicato i confini locali ed esemplari di ciascuna figurano, a buon diritto, nelle proprietà e nei musei del mondo. E' dunque fonte di ancora maggior piacere se proprio un museo di casa, la Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate, propone nelle sue sale fino al 4 maggio, per le cure di Fabrizia Buzio Negri e Riccardo Zelatore, la mostra "ALBISOLA FUTURISTA". Tanto più che la stessa rassegna toccherà anche la terra savonese in un secondo appuntamento, la prossima estate, presso il Palazzo del Commissario alla Fortezza Monumentale del Priamar a Savona.
Si tratta di un'esposizione ricca di oltre un centinaio di pezzi- e non pochi inediti - che raccontano le esperienze diverse di ricerca e fantasia esercitate da firme di primo piano su di una oggettistica d'arte, in una terra, quella di Albisola, dove la ceramica è presente da sempre nelle sue antiche botteghe, e che ha fatto scrivere "un capitolo importante non soltanto per il Futurismo, ma in termini più ampi nella storia della scultura del XX secolo". E' proprio in questa prospettiva il senso di attualità attribuito dai curatori alla rassegna e al fenomeno artistico rappresentato qui da una produzione che ripropone personalità di vari settori dell'arte: una per tutte, Bruno Munari, uno sperimentatore per eccellenza. Fu proprio Munari a influenzare l'amico Tullio Mazzotti - che discendeva da una stirpe di artigiani della ceramica in Albisola - facendolo diventare il protagonista assoluto di quella autonoma ricerca che all'arte ceramica locale, anche sotto la spinta parigina del 1925 e della Esposizione Internazionale, offrirà per primo stimoli originali. Sono tre le sezioni in cui la mostra si articola, segnando i tempi fondamentali di una cammino significativo che, partendo dal Futurismo, arriva all'oggi. Alla prima si lega il gruppo di cui fu promotore Mazzotti (Tullio d'Albisola). Furono le sue iniziative a introdurre la ceramica al discorso arte-industria, possibile grazie anche all'apporto geniale dei numerosi artisti che ne facevano parte: Depero e Fillia, Farfa e lo stesso Munari, Nicolaj Diulgheroff e Tato, Prampolini e Nino Strada, Alf Gaudenzi, Dino Gambetti, Romeo Bevilacqua e Ivos Pacetti, G.B De Salvo. Né va dimenticato, di quel periodo, che nel '38 Marinetti, assieme a Tullio d'Albisola, firmerà il "Manifesto della Ceramica e dell'Aeroceramica". La seconda sezione, quella relativa agli anni Cinquanta e Sessanta, ripropone il clima intenso del dopoguerra: sono Fontana e Capogrossi, Sassu e Fabbri, Crippa e Scanavino e ancora Lam e Jorn, tra i tanti, a vivacizzare il clima artistico di Albisola. La loro fama e la loro presenza faranno della località ligure un centro di richiamo e di incontri culturali di risonanza internazionale.
A chiudere la rassegna, nella terza sessione, sono le ricerche di artisti di oggi. Come Ugo Nespolo, che si ispira a Balla e Depero, come Marco Lodola, fondatore del movimento Nuovo Futurismo, come Giorgio Laveri e Vincenzo Marsiglia, artisti savonesi affermati, forti di recenti esperienze in Italia e all'estero.
La rassegna è insomma ghiotta occasione per accostarsi alla storia e all'attualità di un'arte cosiddetta minore, che - ben lo dimostra la raffinata produzione in mostra - minore non è. Di tanta e così originale produzione verrebbe voglia di soffermarsi a raccontare, pezzo per pezzo: degli "animali immaginari" di Munari, dei servizi da liquore, delle bottiglie, dei cestini e dei portagomitolo coloratissimi di Diulgheroff, della amplissima produzione di Tullio d'Albisola e delle caricature degli amici artisti che riguardano lui stesso: come quella firmata da Romeo Bevilacqua che lo ritrae con il libro "L'anguria mistica". O ancora ci si potrebbe soffermare sullo stile "mezzaro", dai motivi orientaleggianti di Manlio Trucco, fondatore dell'atelier "La Fenice" e "scopritore" dei riflessi metallici al terzo fuoco che tanto piaceranno anche a Fontana. Curiosa anche l'ampia produzione a fini pubblicitari per le ditte che ne facevano richiesta: come la Ambrosoli e la Venchi Unica. Ma sarebbe davvero impossibile raccontare compiutamente dei tantissimi oggetti esposti- bottiglie e vasi, biscottiere e maschere, piatti e cachepot, bricchi e cesti, servizi completi per cibi e bevande, ninnoli e piccole statue e tanto altro ancora. La rassegna vale soprattutto per la sua ricca e complessa unicità storico-artistica, per quel percorso che racconta, con la forza degli elementi primi della natura - la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco - un intero secolo. E l'evento va armoniosamente ad inserirsi nel discorso di attenzione al mondo della miglior scultura che la Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate, oggi guidata da Emma Zanella, persegue da tempo con continuità e competenza.

ALBISOLA FUTURISTA
La grande stagione degli anni Venti e Trenta
Dagli anni Cinquanta alle rivisitazioni ceramiche di oggi: Nespolo, Lodola, Laveri, Marsiglia
A cura di Fabrizia Buzio Negri e Riccardo Zelatore
Civica Galleria d'Arte Moderna - Gallarate
Dal 23 marzo al 4 maggio 2003
gam@comune.gallarate.it
Palazzo del Commissario
Fortezza Monumentale del Priamar-Savona
Dal 12 luglio al 30 agosto 2003

03/27/2003

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