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Sulle ali di Icaro, come Leonardo

Leggenda o verità? Il grande Leonardo da Vinci avrebbe provato le sue "macchine da volo" proprio a Laveno, che oggi è la "culla" italiana di parapendio e deltaplano.

Almeno due notizie sono ben verificabili e sicure. La prima ci dice che il Delta Club Laveno - con i suoi trecento soci, distribuiti fra i cultori del parapendio e quelli del deltaplano - è il principale in Italia e fra i maggiori al mondo, vantando fra i suoi iscritti anche due assi quali l'austriaco Manfred Ruhmer (numero uno a livello iridato nella categoria "delta ad ali flessibili") e il trentino Christian Cieh, medaglia d'argento ai campionati mondiali "delta ad ali rigide".
La seconda notizia di cui nessuno può dubitare è che "… proprio nel golfo lavenese - racconta Flavio Tibaldi, presidente dello stesso Delta Club Laveno - si è volato per la prima volta con un deltaplano". E' successo alla metà degli anni Settanta, quando questa tecnica di sfruttamento del vento per volare - già adottata in Australia, ma solo da chi faceva trascinare da un potente motoscafo in mare aperto - è stata testata con successo da alcuni temerari secondo modalità poi diventate note in tutto il globo terrestre. Non ha invece ancora alcun riscontro, pur suscitando grande interesse, la notizia secondo cui Leonardo da Vinci avrebbe provato di persona sul lago Maggiore le sue "macchine da volo". L'ipotesi è stata avanzata da uno dei maggiori studiosi del genio toscano: il professor Alessandro Vezzosi, direttore del "Museo Ideale di Leonardo", a Vinci. La localizzazione degli esperimenti leonardeschi sarebbe frutto di una serie di deduzioni storico-fantastiche. "Sono voci e leggende non ancora supportate da prove documentali - spiega il professor Vezzosi -. Del resto, perché tutte quelle indicazioni nei suoi scritti sugli atterraggi e sulle condizioni di sicurezza dei piloti? E' come se Leonardo volesse darsi un vero e proprio manuale di volo. Il che rende probabile l'utilizzo in prima persone delle sue macchine. E quasi certamente in zone montuose sopra specchi d'acqua". Da qui l'indicazione dei laghi della Lombardia Nord-Ovest, tanto più che Leonardo trascorse lunghi anni a Milano, alla corte degli Sforza. Un'ipotesi che non farebbe altro che confermare come la posizione di Laveno offra magnifiche possibilità di sviluppo a tutta l'attività di "volo libero". Certo, in epoca leonardesca non c'era quella sorta di ski-lift che è la bidonvia che conduce al Sasso del Ferro, perfetto nel suo ruolo di trampolino di lancio, così come il Monte Nudo cui s'accede da un'agevole strada. "In poco tempo, il nostro sodalizio è cresciuto prepotentemente - riprende Flavio Tibaldi, presidente di quello che è il club più numeroso a livello nazionale -. E' successo soprattutto negli anni Novanta, ora ci stiamo stabilizzando nei numeri. Il nostro impegno, comunque, non viene meno: abbiamo anche due scuole di volo che offrono una preparazione accurata a chi vuole accostarsi a questo sport in tutta sicurezza".
Dei primi deltaplanisti ne sono rimasti solo alcuni in attività, ma a quelli che hanno lasciato ne sono subentrati altri con la stessa passione. Dalla metà degli anni Ottanta ha fatto la sua comparsa l'altro versante del "volo libero": il parapendio, che si è rapidamente diffuso, anche per la sua facilità d'apprendimento, e che contribuisce a colorare il cielo di Laveno in ogni stagione.
"Grazie all'influenza benefica del lago Maggiore, infatti, i decolli sono agibili tutto l'anno e il costone del Sasso del Ferro è generoso di correnti termiche ascensionali. In primavera gli aquiloni volano molto al di sopra dei 2.000 metri". Proprio com'è successo nel fine-settimana del 27 e 28 aprile scorsi, quando il golfo lavenese ha ospitato l'edizione 2002 della "Coppa delle Regioni", una delle principali competizioni italiane, che ha visto la presenza dei dieci migliori piloti di parapendio per ciascuna area regionale italiana. Tra le novità di quest'anno, la definitiva obbligatorietà dell'uso del Gps durante la gara. Grazie a questo strumento satellitare di massima precisione, infatti, è possibile stabilire la rotta esatta tenuta dal pilota con il suo parapendio durante il tragitto e il regolare taglio delle boe che lo contrassegnano. Non solo, perché è possibile pure ricostruire a computer la traccia del percorso e stilare così la classifica finale.

05/09/2002

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