Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Speri della Chiesa e il ritratto di un'epoca

Una mostra per ricordare l'opera di un artista eclettico ma anche l'atmosfera culturale della Varese dell'epoca attraverso le testimonianze degli amici artisti.

Un giornalista prestato all'attività di bancario, un poeta dialettale, un esperto e raffinato fotografo, un polemista coraggioso e schietto e un repubblicano fervente, un cittadino innamorato della campagna, ma soprattutto un uomo del suo tempo, per metà gentiluomo e per metà guerriero. Tutto questo era Speri della Chiesa Jemoli, imponente personaggio nato a Varese, vissuto a cavallo tra fine Ottocento e la prima metà del Novecento (1865-1946).
Ma quante persone c'erano dunque in Speri? La risposta arriva anche da una manifestazione che ha preso avvio lo scorso autunno, allestita in suo ricordo da Metamusa Arte e dal Comune di Varese. Costellata da numerosi incontri all'insegna della poesia e della cultura (senza dimenticare quella gastronomica, di cui Speri fu esperto "indagatore"), la rassegna culmina ora in una mostra storica dal titolo "Speri della Chiesa Jemoli e il suo tempo". Per inquadrarne al meglio la complessa figura e l'opera, la mostra conclusiva si tiene in due diverse sedi, presso la Sala Veratti e la Camera di Commercio: da una parte sono libri, manoscritti, documenti, fotografie dello scrittore e poeta, comprese quelle eseguite da lui, copie di articoli usciti dalla sua penna di vivacissimo interprete di un momento culturale e politico appassionante, nel quale, come la famiglia gli aveva insegnato, giocò la sua parte di impegno. E' insomma il fiero giornalista del "Cacciatore
delle Alpi" e anche il divertente autore de "I nostri buoni villici", del "Don Vicente", dei "Quatter giaculatori a Sant'Antoni" a presentarsi qui a una città che non l'ha mai dimenticato, ma che tuttavia ha bisogno di ricordarne, a chi ancora non lo conoscesse, l'impegno e il ruolo nella sua Varese. Presso la Camera di Commercio sono invece le opere degli altri protagonisti, i contemporanei e interpreti di quella cultura varesina che Speri ben conosceva e frequentò, gli artisti coi quali si incontrava quasi quotidianamente concedendosi momenti di svago ma anche di pungente ironia e di graffianti commenti: un'arte nella quale gente come Giuseppe Talamoni o Guido Bertini, o Aldo Mazza, "un poker imbattibile, da scintille" non era certo da meno. "Gente nostra -scrive Piatti nel catalogo firmato con Luigi Ambrosoli- giunta qui per rimanere acquisendo di diritto, cioè a pieni voti, la patente di varesinità". Le loro opere, raggruppate in quattro sezioni, raccontano efficacemente i fondamentali temi del mondo di Speri della Chiesa: individuato nei ritratti e autoritratti, nella famiglia, nel paesaggio del Varesotto, infine nel mondo contadino. Tra i primi sono i ritratti di Butti visto da Antonio Piatti (1875-1962) di Viggiù, e quello dello stesso Speri visto dallo scapigliato Eugenio Pellini (1864-1934), e ancora l'autoritratto dello scultore Butti (1847-1932), uno dei pezzi più interessanti di questa bella rassegna, un lavoro di ottima fattura presentato in mostra accanto a una tela dell'inizio degli anni Trenta.
Guido Bertini (1872-1938) uno dei più grandi amici di Speri perché, come scrive Piatti, "li univa l'amore per il dialetto, il gusto dell'ironia su ogni fatto della vita" è in mostra proprio nella sua veste di abile ritrattista. Discendente da quella famiglia di artisti espressasi nei mosaici del duomo milanese, fu anche commediografo
brillante. L'autore del "Tecoppa" e de "L'anima travasada", che ha lasciato testimonianza della sua raffinata pittura nella quadreria dei benefattori dell'Ospedale varesino, proprio con un ritratto, "Papetta Carlotta Carcano", del 1916, è presente in mostra, a ricordo della maestria del suo autore, ma anche della generosità di una protagonista della storia della carità varesina. Tra gli amici di Speri fu anche il grande ed eclettico Lodovico Pogliaghi (1857-1950), celebre autore della porta del Duomo di Milano. Il Pogliaghi aveva scelto il Sacro Monte per lavorare e vivere: ulteriore segno, documentato dalla mostra, di una cultura locale che aveva importanti legami con il vicino capoluogo. Speri si recava spesso a trovare l'amico nella sua casa-museo posta in cima al viale delle cappelle, con gran gioia della figlia del poeta, la piccola Angelica, che gustava soprattutto la gita in funicolare. Di lui è in mostra "La basilica di San Vittore", un interno suggestivo del monumento varesino molto caro allo scultore e per il quale il Pogliaghi aveva più volte lavorato, occupandosi sia dell'edificio, sia del suo prezioso arredo, al quale aveva aggiunto di suo anche l'importante tabernacolo in bronzo. Il mondo contadino caro a Speri è particolarmente rappresentato nella rassegna da Innocente Salvini (1889-1979) con cinque sue opere, ispirate dalla campagna e dalla sua gente, un tema al quale Innocente attinse sempre linfa per la sua amplissima produzione.
I nomi e le opere presenti sono davvero tanti; dal grande Oreste Albertini (1887-1953), pittore dei monti prealpini, allo scultore-progettista Flaminio Bertoni (1901-1964), in mostra con quattro bronzi (compreso un ritratto dell'amico Giuseppe Talamoni del 1942), da Giuseppe Montanari (1899-1976), pittore di intimità domestiche, a Domenico De Bernardi (1892-1963), amico e parente di Speri, ad Angelo Frattini (1910-1975): la sua "Orfana" del 1937 (in mostra) vinse i Littoriali. E ancora ricordiamo Carlo Fregosi (1884-1934) e Federico Gariboldi, varesino acquisito, presente con un pastello su cartone dedicato a "Il Sacro Monte di Varese", Alessandro Pandolfi (1887-1953) incisore, ceramista raffinato e bravo ritrattista. Fu buon pittore anche Romeo Pellegata (1870-1946), le cui opere (si veda il "Ritratto di Paolo Bianchi") sono in parte rimaste nella pinacoteca dell'Ospedale di Varese. Due, infine, le artiste: Lia Ambrosoli(1888-1951), molta nota nella sua Varese come ritrattista - e lo dimostra qui il bel "Ritratto di donna"- e Ada Shalk (1883-1957), personaggio ingiustamente dimenticato ma tutto da riscoprire, il cui ricordo è affidato a un bel "Paesaggio contadino".

Speri Della Chiesa Jemoli
e il suo tempo
Varese
Sala Veratti, via Veratti
Camera di Commercio, piazza Monte Grappa
23 febbraio-24 marzo 2002
da martedì a venerdì 14.30-18.00
sabato e domenica 10.00-12.00/14.30-18.00
la mattina su appuntamento: tel. 0331 777472

02/15/2002

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa