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Per stare al sicuro

Ecco una sintesi delle linee guida messe a punto da Confindustria per non incorrere nella responsabilità "penale" delle imprese.

Il primo passo per la costruzione di un sistema di prevenzione dei reati è l'analisi del contesto aziendale, al fine di individuare in quali aree o settori di attività si potrebbero verificare le ipotesi di reato previste dalla nuova normativa (corruzione, concussione, indebita percezione di erogazioni pubbliche, truffa ai danni dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode informatica ai danni dello Stato o di un ente pubblico).
Una volta individuate le aree o i processi "a rischio" all'interno dell'azienda, sarà possibile valutare la necessità di costruire un adeguato sistema di controllo o di integrare quello eventualmente esistente allo scopo di prevenire i rischi di reato identificati.
A seguito di questa fase di verifica, il modello di prevenzione proposto da Confindustria si articola in più componenti, che dovranno integrarsi in un sistema organico:

  • un Codice etico che raccomandi, promuova o vieti determinati comportamenti in relazione ai reati da prevenire. I principi etici potranno essere inseriti in codici etici di carattere generale, laddove esistenti, o essere oggetto di autonoma previsione e saranno rafforzati dalla previsione di un sistema sanzionatorio coordinato con i limiti posti dallo Statuto dei lavoratori in tema di provvedimenti disciplinari;
  • un sistema organizzativo formalizzato e chiaro, soprattutto per quanto riguarda l'attribuzione di responsabilità, le linee di dipendenza gerarchica e la descrizione dei compiti;
  • procedure manuali ed informatiche che regolamentino lo svolgimento delle attività;
  • poteri autorizzativi e di firma, assegnati in coerenza con le responsabilità organizzative e gestionali definite;
  • un sistema di controllo di gestione in grado di segnalare tempestivamente l'esistenza di situazioni di criticità;
  • la comunicazione al personale del codice etico, dei poteri autorizzativi, delle linee di dipendenza gerarchica, delle procedure, e di tutto quanto contribuisca a dare trasparenza nell'operare quotidiano. Accanto alla comunicazione, dovrà essere sviluppato un adeguato programma di formazione, rivolto specialmente al personale delle aree a rischio;
  • un organismo di vigilanza cui affidare il compito di verificare l'efficacia del modello e di curarne l'aggiornamento. Quella dell'organo di controllo è un'attività specialistica, prevalentemente di controllo, che richiede continuità di azione; è quindi preferibile che sia una struttura interna, ma dotata di autonomia, indipendenza e professionalità. Si tratterà di valutare se le strutture aziendali già esistenti possano rispondere a questi requisiti o se sia necessario istituire un organo ad hoc; nelle imprese di piccole dimensioni invece, potrà essere l'organo dirigente a svolgere le funzioni di controllo.

    03/28/2002

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