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Rossi d'Angera, una grappa… da papi

In circostanze diverse la provarono Paolo VI e Giovanni Paolo II. La Rossi d'Angera è una delle poche aziende italiane ad avere il brevetto della Real Casa Savoia, ottenuto nel 1931

Arturo RossiLa grappa varesina alla conquista dell'Italia. Con la vendemmia 2005, la distilleria Rossi ha incominciato a produrre la grappa con le uve Igt provenienti dai vigneti di Angera e dintorni (Taino, Barza, Capronno, Ranco e le colline di Varese). Uno spettacolo per intenditori: dopo la pigiatura nelle cantine, le profumate vinacce di Barbera, Nebbiolo, Vespolina e Bonarda sono state trasportate sui carri nella distilleria di Angera e la tramoggia si è messa al lavoro. Il vapore ha incominciato a soffiare nelle caldaiette a ciclo discontinuo, impregnandosi d'aromi e di profumi ed è infine passato nei centenari alambicchi di rame, fino a condensarsi in distillato.
Arturo Rossi, 55 anni, sommelier e rappresentante della quinta generazione della gloriosa dinastia di distillatori verbanesi, consigliere e fondatore dell'Istituto Grappa Lombarda, non ha potuto nascondere la commozione. Sotto i suoi occhi ha preso vita l'Acqua d'Angera, 43° C, una profumatissima cuvée di uve diverse confezionata in eleganti bottiglie da mezzo litro fabbricate in Francia. La grappa di uve Igt varesine è ora il fiore all'occhiello aziendale, disponibile nelle migliori enoteche e ristoranti.
La distillazione avviene nella nuova sede in via Puccini 20, nel quartiere industriale lungo la provinciale per Taino. E' una palazzina di 700 mq coperti, con le sale per imbottigliare liquori e distillati, per miscelare gli infusi e con l'angolo dell'erboristeria.

FRUTTI DI SOTTOBOSCO
"Produciamo oltre centomila bottiglie l'anno tra grappe e liquori alla frutta, alle erbe e alle radici con materie prime provenienti da tutta l'Italia - spiega il produttore - Serviamo bar, ristoranti, enoteche, rivenditori all'ingrosso e alcuni supermercati sensibili ai prodotti locali di qualità. Fatturiamo 350 mila euro ma puntiamo, nel giro di un paio d'anni, a triplicare la produzione e il fatturato. L'obiettivo è arrivare al milione di euro”.
In catalogo ci sono una cinquantina di prodotti storici fra cui l'aperitivo Spitz alla genziana, l'Amaro, il Genepy, i liquori dolci ai lamponi, all'albicocca, al mandarino, i liquori all'anice, al cedro, al caffè e, ancora, gli sciroppi ai gusti di frutta e il liquore Agrumio, ottenuto con infuso di scorze di limoni, arance e mandarini. Il cavallo di battaglia è la grappa Riserva che invecchia in botti di rovere da dodici a diciotto mesi (l'azienda ne produce trentamila bottiglie l'anno).
"Andiamo a Verona in aprile, per il Vinitaly 2006, con molte novità - aggiunge Rossi - presentiamo il distillato di fruttI di sottobosco dell'azienda agricola Ninett di Azzate e una nuova linea di grappe (morbida, secca e aromatizzata). In catalogo anche la Grappa d'Amù in bottiglie numerate, dal nome del romantico rione dei pescatori di Angera. Nei programmi futuri abbiamo infine una Mignon”.

AlambiccoPAPI E CARDINALI
La Rossi d'Angera fu fondata nel 1847 dal trisnonno Bernardo, che tramandò l'arte della distillazione al figlio Carlo e questi ad Arturo, il nonno dell'attuale proprietario. L'azienda fu poi ereditata dal figlio Bernardo, un abile imprenditore che prima della seconda guerra mondiale modernizzò gli impianti e ridisegnò le etichette.
E' una delle poche aziende italiane ad avere il brevetto della Real Casa Savoia, ottenuto nel 1931. Numerosi, in un secolo e mezzo, gli ospiti di riguardo. Una vecchia foto del 1957, gelosamente conservata nell'archivio di famiglia, mostra l'allora arcivescovo di Milano Giovan Battista Montini, futuro papa Paolo VI, a tavola con l'avvocato Bernardo Rossi, padre dell'attuale proprietario. Bernardo fu presidente della Pro Loco di Angera e consigliere provinciale fino al 1965.
Sotto chiave è conservato il prezioso telegramma che il presidente del consiglio dei ministri Alcide De Gasperi scrisse a Bernardo Rossi in occasione della Pasqua del 1948, ringraziandolo per l'omaggio di un campionario di prodotti: "Ne avrò per tutto l'anno - scherza lo statista - soprattutto nelle vacanze estive quando piacciono anche le cose forti”.
Ecco l'ingiallita lettera che Arturo Rossi, granatiere sul Carso, scrisse dal fronte il 17 settembre 1918 alla moglie, l'"adorata Annuccia”, in cui la disapprova affettuosamente perché la donna vorrebbe tralasciare la distillazione in assenza del marito.

LA RUTA DEL 1935
Con un telegramma del 1 giugno 1945 il comandante della 7a brigata Paolo Stefanoni della divisione patrioti Valtoce, Renato Boeri, ringraziava da Stresa la distilleria Rossi per aver inviato due casse di cognac ai partigiani. Un analogo biglietto di ringraziamento arrivò dalla Brigata Mario Greppi, distaccamento di Varano Borghi, per l'invio di altre preziose bottiglie di cognac.
Numerose lettere furono inviate in azienda, in varie circostanze, da Cesare Merzagora, dal ministro degli affari esteri conte Carlo Sforza e dal sindaco Giorgio Greppi. "Grappa della casa fu donata da mio padre alle maestranze francesi nel 1965 per la fine dei lavori del traforo del Monte Bianco - ricorda Arturo - e una bottiglia di Riserva figurava nel menù del pranzo che papa Karol Wojtyla consumò durante una visita pastorale sul Verbano”.
Una vetrinetta d'epoca conserva le "bottiglie storiche” dell'azienda, autentiche reliquie che Arturo Rossi mostra con grande orgoglio: una grappa aromatizzata di Moscato degli anni '20, antesignana dei prodotti confezionati e una Riserva invecchiata del '32 con lo stemma d'Angera in etichetta. Ancora, una grappa alla ruta del '35 con i rametti perfettamente conservati e verdissimi dopo oltre sessant'anni. Infine una bottiglia di Fernet e una di liquore Benedectine, entrambe risalenti agli anni '30, tra i primi liquori del nonno. Tutti rari pezzi d'antiquariato, confezionati in bottiglie di vetro pesante dell'epoca, ricche di fascino e di storia.


Da Goldoni al teatro Apollonio
Arturo Rossi sponsorizzerà per i prossimi tre anni i programmi di prosa

Si chiamerà Teatro Rossi d'Angera, come il Palamazda a Milano, ex Palatrussardi, che nel 1986 ospitò il ritorno sulle scene di Frank Sinatra dopo ventisette anni di lontananza dall'Italia. Teatro e grappa. Il matrimonio fu celebrato già a metà '700 da Carlo Goldoni nella commedia La bottega del Caffè (atto I, scena I). Forse ispirandosi a quel passo Arturo Rossi, 55 anni, presidente del consiglio d'amministrazione della società Rossi d'Angera, ha annunciato ai primi di marzo che, nei prossimi tre anni, sponsorizzerà il teatro Apollonio di Varese. La distilleria avrà il logo su cartelloni e biglietti e una targa nuova di zecca all'ingresso della struttura in piazza Repubblica. Ignoti i termini economici dell'accordo che, comunque, soddisfa Federico Guglielmi del gruppo 2A, proprietario del teatro: "Questo importante supporto arriva in un periodo di ripresa, gli spettatori sono superiori alla media nazionale, molte serate fanno registrare il tutto esaurito e abbiamo portato a Varese i titoli più importanti del circuito”. Anche la grappa, come l'arte di Molière e di Arlecchino, vive un momento di rinascita. "Dando il nostro nome al teatro di Varese portiamo al proscenio il nostro bagaglio, fatto di un secolo e mezzo di storia - ha detto Arturo Rossi - Facciamo grappa dal 1847. Produciamo alcol, per certi versi una piaga sociale, ma vogliamo insegnare alla gente a bere poco, solo per piacere, in modo equilibrato e intelligente. Anche questa è cultura”.
Dai primi d'ottobre 2003, la distilleria Rossi è tornata a produrre grappe con uve varesine che, dallo scorso anno, si possono fregiare del riconoscimento Igt, la indicazione geografica tipica.
"La volontà delle istituzioni di favorire la ripresa della vitivinicultura in provincia di Varese - ha spiegato Rossi - mi ha convinto a fare importanti investimenti d'ammodernamento nella distilleria”. Un messaggio importante: se la politica svolge bene il proprio compito e contribuisce a creare un ambiente favorevole al dispiegamento delle attività economiche, queste ultime ne ricavano una spinta a migliorare anch'esse. Un'importante iniezione di fiducia.
Varese è una delle province italiane dove è più attiva l'associazione degli assaggiatori di grappe, con serate di degustazione e corsi per assaggiatori il cui motto è: bere poco ma bere bene. Rossi ha sempre abbinato al proprio marchio la valorizzazione culturale e artistica del territorio, valorizzando la Rocca di Angera e gli affreschi della chiesetta di San Quirico sulle etichette.

03/31/2006

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