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I "Guermantes" di Baj e altri capolavori

La mostra della galleria Giò Marconi di Milano un'occasione per accostarsi a un periodo fecondo dell'artista di Vergiate

Marcel Proust di profilo ha un grande occhio polifemico in mezzo alla fronte ed è ovviamente un quadrante d'orologio senza lancette, la bocca accenna sorprendentemente ad un sorriso seppure stentato. Di fronte Marcel appare più corrucciato, naso ed occhi formano una croce e gli occhi, due rotonde pennellate di giallo carmio, paiono infuocati come quelli degli insonni abitanti di Macondo mentre da giovane è più allegro, ha due quadranti per occhi, una bella capigliatura alla maschietta e una bocca triangolare pronta alla risata come un clown. II Barone di Charlus non c'è, ma c'è il ritratto del poeta Robert de Montesquieu che ha ispirato il personaggio a Proust.
Sono alcuni dei centosessantaquattro personaggi del mondo proustiano dipinti da Enrico Baj nel corso del 1999 e dedicato a i Guermantes, che affollano l'ultimo piano dello Studio Marconi. E' un parallelo Baj-Proust realizzato da Baj con tutta l'ironia o il sarcasmo e l'invenzione di cui è capace e che ben conosciamo. Sono quadri di piccole dimensioni come una doppia cartolina, che potrebbero essere anzi certamente sono le madeleines di Bai; da quel biscotto, dal ricordo del suo profumo e del suo sapore, è nata tutta la recherce proustiana.
Baj stesso ci racconta in un testo che titola: II tempo rubato pubblicato nel bel volume i Guermantes edito per l'occasione da Skira saggi di Alain Jouffroi e Silvia Pegoraro, di una sua incursione anni fa nella villa di famiglia a Gavirate dove tra polveri e ragnatele trovò uno specchio rotto in un modo speciale che lo fulminò avviandolo a quel suo modo singolare di usare i materiali per fare pittura. Ma si portò via anche il ricordo di tappezzerie, nappine, passamanerie, bottoni, cordoni, medaglie che ha fatto diventare materiali d'elezione.
Nel libro sono riprodotte tutte le opere di questo ciclo e vi sono delle belle illustrazioni tratte da disegni a penna fatti appositamente da Baj che hanno una certa parentela con quelli che si trovano nei manoscritti di Proust.
"Sono effigi piuttosto che ritratti e caricature - scrive Jouffroi - poiché si tratta della rappresentazione di personaggi giudicati importanti, come quelli riprodotti su monete o francobolli, e non della ricerca che in questo caso sarebbe vana, della rassomiglianza con persone reali. Non si tratta dunque di una satira, o di un processo, di secondo grado dell'opera di Proust, ma di un deviamento spaesante di quest'opera in quella di Baj"
Negli altri tre piani della galleria sono raccolte opere tra le più significative di Baj a cominciare da i funerali dell'anarchico Pinelli opera imponente anche per le dimensioni, mai esposta prima in Italia: infatti il giorno della inaugurazione della mostra alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano fu ucciso il commissario Calabresi e la mostra non venne aperta "per ragioni di sicurezza". Vista ventotto anni dopo, l'opera ha una sua energia e un impatto che superano il fatto di cronaca e tutte le vicende da esso generate e che continuano tuttora.
La vicenda Pinelli agli occhi di Baj appare assai simile all'affaire Dreyfus che proprio nel romanzo dedicato da Proust al Guermantes trova ampia trattazione:
una vasta sezione ritrae tutti i protagonisti dell'affare, dallo stesso Dreyfus al Tribunale di guerra schierato con tutti i suoi componenti, barbuti come si conviene a personaggi irnportanti, a Emile Zola strenuo difensore di Dreyfus che per colmo d'ironia ha un occhio targato Circolo sottuficiali M.M La Spezia!
A proposito di Generali, ve ne sono qui esposti una bella scelta tra i più famosi: dal Generale Eisenhower, il capostipite del 1956, a quelli eseguiti nel 1960-61 che approdarono con grande scandalo alla Biennale di Venezia nel '64 e che costarono a Bai il Gran Premio per la pittura che gli osservatori pronosticavano avesse e che invece per pusillanimità della giuria finì ad uno scultore.
Un altro ciclo importante di opere è quello dedicato a Ube Re: sono quarantasei sculture in meccano eseguite nel 1984 ispirate al personaggio di Alfred Jarry, "questa creazione spontanea, schietta prefilosofica, pretecnologica, ma profetica (Jouffroi)".
Altre opere scelte degli anni 50-60 completano questa antologica dedicata da Baj e da Giorgio Marconi all'amicizia e collaborazione che da quasi mezzo secolo li lega.


Mostra:
Enrico Bai: Masterpieces
Galleria Giò Marconi
Via Tadino 15, Milano
Tel.02 29404373
Dal 10 febbraio al 25 Marzo 2000


ALTRE MOSTRE:

"La Milano del giovin signore"
Museo di Storia contemporanea
Via S. Andrea 6 - Milano
tel. 02 62085401
Fino al 12 aprile
Orari: tutti i giorni 10.00-18.00, lunedì chiuso

Giacomo Manzù - mostra per il Giubileo
Villa Ponti
Via S. Carlo 57 - Arona
tel. 0322 240505
Fino al 26 marzo
Orari: tutti i giorni 10.00-12.30, 14.30-19.30, venerdì, sabato e domenica anche 20.30-22.30

Joaquin Roca-Ray - sculture
Il Chiostro Arte contemporanea
Via Carcano 5 - Saronno
tel. 02 9622717
Fino al 16 aprile
Orari: tutti i giorni 10.00-12.30, 16.00-19.30, lunedì chiuso

03/06/2000

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