Varesefocus.
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
Varesefocus

 
 

Liberty mitteleuropeo nella città giardino

Alle porte di Varese, il Sacro Monte e il Campo dei Fiori ospitano alcune perle dell'architettura liberty presenti nel nostro territorio, tra cui si distingue, grazie alla sua posizione sul Monte Tre Croci e alla sua grandezza, il Grand Hotel, testimone di un'epoca fiorente e all'avanguardia per il turismo di questi luoghi.


IL GRAND HOTEL CAMPO DEI FIORI
Una locandina dei primi anni del Novecento, raffigurante una gradevole veduta prealpina di Varese, informava il visitatore e turista del tempo che, al Campo dei Fiori, a 1100 metri di altezza e a 60 chilometri da Milano, si trovava il Grand Hotel dotato di 220 posti letto e di ogni comfort (garage, campi da tennis, parco per bambini, concerti, divertimenti), aperto da giugno a settembre. Accanto ad esso, era segnalato il Ristorante della Funicolare, attivo tutto l'anno, che proponeva servizio bar, colazioni e pranzi a prezzo fisso. Un'ottima idea per pubblicizzare il grandioso complesso del Grand Hotel formato da albergo, ristorante e stazione della funicolare!
L'iniziativa venne promossa dall'appena costituita (1907) Società Grandi Alberghi Varesini, la quale affidò tra il 1908 e il 1912 la realizzazione del complesso all'architetto Giuseppe Sommaruga. Tale società aveva acquistato dei terreni nella zona con lo scopo di valorizzare e di migliorare a livello turistico questi luoghi che già erano località conosciute e rinomate alla fine dell'Ottocento. Una linea ferroviaria (aperta nel 1865) collegava infatti Varese con Milano, favorendo una certa frequenza di visitatori e villeggianti presso il Sacro Monte ed i monti vicini (Tre Croci, Paradiso, Campo dei Fiori). Intorno al 1895 essi furono raggiungibili grazie a mezzi di trasporto come tramvie e funicolari che li mettevano in comunicazione col centro della città in modo comodo e diretto; a questo momento risale la costruzione delle prime ville da parte di ricche famiglie borghesi.

LA STAZIONE DELLA FUNICOLARE
La prima costruzione ad essere inaugurata fu la stazione della funicolare nel 1911.
Nel progetto iniziale di Sommaruga, doveva essere direttamente collegata all'hotel, ma questa soluzione venne abbandonata in quanto avrebbe creato fastidio agli ospiti per il rumore del funzionamento stesso. Si decise così per una collocazione a metà strada tra l'albergo e il ristorante.
Rivolta verso valle, lungo il pendio della montagna, essa poggia su grandi archi rampanti; di semplice pianta quadrata, l'edificio è rivestito di pietra locale con fasce in cemento lungo il basamento e le aperture delle finestre. L' originale pennone in pietra viva, che si trova lungo un lato della struttura, dà slancio e una forte tensione verso l'alto a tutto l'insieme.
Purtroppo rimane pochissimo dei ferri battuti che decoravano ringhiere e pensiline; nelle fotografie dell'epoca risalta la cura e l'attenzione di Sommaruga per questi particolari: motivi a nastro, targhe e barre creavano disegni raffinati e molto delicati. Negli anni Cinquanta la funicolare smise la sua funzione e venne definitivamente smantellata nel 1956.

IL RISTORANTE
Il ristorante, che in origine era la dependance dell'albergo, venne aperto pochi giorni dopo la funicolare. Questo presenta una struttura architettonica, per così dire, movimentata, tutta giocata su diversi piani dove sono distribuiti scalinate, terrazzi, ambienti coperti coi relativi ingressi. L'edificio, con una possente muratura di sostegno, è caratterizzato da un portico in pietra con una bellissima volta in laterizio: da qui, una scalinata dall'elegante ringhiera porta al ristorante vero e proprio. La sala da pranzo, che si trova al piano superiore, è un ampio ambiente semiellittico, illuminato da grandi vetrate e sostenuto da contrafforti.
Sommaruga utilizzò anche per questa costruzione la pietra del luogo come materiale principe, abbellito da inserti in cemento raffiguranti motivi a fiori.

L'ALBERGO
L'hotel è il capolavoro in terra varesina di Giuseppe Sommaruga e si distingue per le soluzioni strutturali e ornamentali che l'architetto creò e adottò.
L'esecuzione dei lavori venne realizzata dal 1910 al 1912 per opera dell'Impresa Piccoli di Varese.
L'edificio è costituito da due ali asimmetriche che si allungano a livelli sfasati, seguendo le forme della montagna, e che si riuniscono in un corpo centrale proteso verso valle. Quest'ultimo è sostenuto da grandi archi i quali delimitano la volta in mattoni dell'atrio comunicante con la hall. All'esterno, nella parte superiore, si apre il balcone del salone maggiore che stupisce per i pregevoli ferri battuti. Internamente, gli ambienti erano così disposti: servizi e locali di divertimento nel piano seminterrato; camere, sale da pranzo ed uffici al piano terra; i piani superiori erano raggiungibili per mezzo di uno scalone d'onore dalla forma originale di un pentagono.
Alcune fotografie mostrano le stanze sapientemente impreziosite da pavimenti e colonne in marmo, soffitti stuccati, lampadari e ringhiere.
Per quanto riguarda le decorazioni, Sommaruga scelse per i muri che davano verso la montagna una semplice intonacatura con una base di mattoni dipinti, mentre per l'altra facciata utilizzò la pietra intervallata da fasce a motivi naturali e a nastro in cemento. Sotto tutto il tetto, correva un fregio floreale, di cui oggi non rimangono tracce.
Meritano una particolare attenzione gli archi dell'atrio poco sopra citati: la mezzaluna in pietra termina da un lato su una base di cemento modellato come una scultura astratta, mentre dall'altro poggia su una colonna bassa e arricchita da un capitello di fantasia.

LE RESIDENZE PRIVATE
Fra il Sacro Monte e il Campo dei Fiori molte ville in stile vennero costruite in quegli anni: nella progettazione di questa iniziativa edilizia parteciparono e furono impegnati artisti come Silvio Gambini e Arturo Taddio, oltre a Giuseppe Sommaruga.
A Sant'Ambrogio Olona si trova Villa Bonomi, edificio del 1914, realizzata dal suo proprietario. Interessante sia dal punto di vista architettonico che decorativo, la villa presenta il tetto a mansarda ed una ricca decorazione in cemento con motivi ripresi dal mondo della natura intorno alle finestre e agli angoli della struttura. Balconi e ringhiere in ferro battuto completano elegantemente l'opera.
Al crocevia, lungo la strada che sale al Sacro Monte, sorge Villa Bollani. Essa fu costruita fra il 1911 e il 1914, tuttavia non si conosce l'architetto che la progettò. La villa è caratterizzata dalla torretta belvedere e, di particolare pregio, sono le decorazioni dei prospetti che vennero eseguite da Zanzi e Casgnola, celebri stuccatori. Foglie di castagno ornano le balaustre traforate dei balconi, le finestre e la fascia del primo piano. Un nastro di mattoni a vista decora, invece, la sommità della torretta. L'ingresso è preceduto da un cancello e da un androne con due ampie arcate ornate da sottili modanature.
L'architetto e pittore triestino Arturo Taddio progettò nel 1909, su richiesta dei proprietari, Villa Conti a Fogliaro, contraddistinta da chiari riferimenti allo stile austriaco-secessionista. Degni di nota sono l'ingresso con vestibolo a terrazza sostenuto da doppie colonne, le aperture dalle diverse dimensioni e i bovindo a otto lati. La monocromia decorativa delle facciate è interrotta da linee geometriche e da motivi a onda nel sottogronda; una certa linearità caratterizza i ferri battuti delle finestre e dei balconi.
In prossimità della Prima Cappella del Sacro Monte è Villa Agosteo, edificata su progetto dell'architetto milanese Ghezzi dall'ingegner Agosteo nel 1911. Ha una forma compatta, con due corpi in avanti coperti da tetti a falde, sostenuti da travi in legno a vista che incorniciano le finestre della facciata. Di forma ellittica, esse presentano cornici stuccate con decorazioni in ceramica colorata ed hanno vetrate decorate con motivi a piume di pavone. I ferri battuti dei balconi riprendono il disegno della tela di ragno e quelli del cancello i classici motivi a nastro.
Lungo la strada che porta al Campo dei Fiori, sono presenti altre ville esemplari come Villa Petazzi e Villa Savina Armiraglio: esse furono opera dell'architetto Silvio Gambini, il quale frequentò nel primo decennio del Novecento lo studio milanese di Giuseppe Sommaruga. Al Sommaruga si devono Villa Mercurio, Villa Edera e Villa De Grandi. Quest'ultima, chiamata anche “Il Rifugio” è del 1912, periodo in cui l'architetto era attivo in Varese con la costruzione del Palace Hotel sul Colle Campigli. La villa costituisce un bell'esempio delle capacità creative dell'artista: qui si alternano volumi, materiali diversificati, vari livelli di copertura; interessante il bovindo “orientaleggiante” sormontato dalla terrazza della mansarda; decorazioni in mattone e fascioni floreali abbelliscono l'edificio.

05/11/2007

Editoriale
Focus
Economia
Inchieste
L'opinione
Territorio

Politica
Vita associativa
Formazione
Case History
Università
Storia dell'industria
Natura
Arte
Cultura
Costume
Musei
In libreria
Abbonamenti
Pubblicità
Numeri precedenti

 
Inizio pagina  
   
Copyright Varesefocus
Unione degli Industriali della Provincia di Varese
another website made in univa