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"Malpensa Boffalora": un rinvio che costerà caro!

Altri due anni prima del via ai lavori. Campanilismi e interessi di parte bloccano un'opera indispensabile per decongestionare l'Autolaghi. Con l'apertura di Cargo City sarà il caos.

L'Accordo di Programma dell'ottobre 1999, un anno dopo l'entrata in funzione di Malpensa 2000, fissava tempi rapidi per la costruzione del raccordo fra il nuovo aeroporto e l'Autostrada Milano-Torino. Sulla base di un progetto finanziato dalla Sea già nel 1997 e alla cui realizzazione avrebbe dovuto provvedere l'Anas, i lavori avrebbero preso il via il 1° febbraio del 2000 per concludersi entro la fine del 2001. Lo scalo gallaratese sarebbe stato così uno dei pochi in Europa a poter essere raggiunto attraverso due collegamenti viabilistici importanti come l'Autolaghi e la Milano-Torino.
Il primo tratto, perfettamente asfaltato, della Malpensa-BoffaloraEbbene, i soliti ritardi burocratici e, soprattutto, l'ormai stratificata prevalenza accordata ai campanilismi, agli interessi di parte - perché questa strada dovrebbe attraversare questa zona invece che un'altra?
Quale sarà il nostro vantaggio? E così via… - hanno portato a un risultato decisamente consueto: lo slittamento a lungo della decisione da parte della Conferenza dei Servizi, fino agli ultimi giorni dello scorso mese d'aprile.
Certo, in quella circostanza una scelta è stata adottata dai Comuni e dai vari enti interessati. Come nella peggiore tradizione, però, la decisione è stata quella di… rinviare l'intervento a fra due anni!
Anziché voltare pagina e avviarci verso modelli di marketing territoriale in grado di rilanciare la nostra zona nella competizione sociale ed economica internazionale, ci siamo fatti ancora una volta colpire dalla sindrome Nimby (Not in my back yard: costruite l'opera necessaria in qualsiasi posto purché non dietro casa mia).
Volete un altro esempio di fino a che punto possa essere radicata questa sindrome? Pensate a quanto ne siano affetti coloro che da almeno trent'anni devono scegliere il tracciato della Pedemontana!

Dall'asfalto direttamente nel boscoDicono gli ambientalisti: la Malpensa-Boffalora, lunga diciotto chilometri e con otto svincoli previsti, rischia di condurre al sacrificio di 25mila alberi del Parco del Ticino, la più vasta area regionale protetta d'Italia.
Il progetto, con le decisioni fondamentali già note, era sul tavolo però da almeno un paio d'anni. Così come la copertura finanziaria dei 350 miliardi previsti era già stata assicurata dal Ministero del Tesoro. Fin da allora, c'era tutta la possibilità di richiedere la riforestazione della zona. Un'opzione che tuttora rimane, anzi è auspicabile. Quello che non si potrà

evitare è, invece, il collasso dell'Autolaghi: evidente ormai ogni giorno di più per chi ha la sventura di dover utilizzare la Milano-Varese.
Paradossalmente, la situazione è destinata molto presto a peggiorare: con l'entrata in funzione di Cargo City - un'opera indispensabile sul piano della logistica e che sarà pronta, questa sì, entro la fine del 2001 - il traffico merci generato da Malpensa raddoppierà, toccando quota mezzo milione di tonnellate l'anno. Senza nessun collegamento ferroviario (su questo versante qualcuno ha notato qualche intervento concreto da parte delle Ferrovie dello Stato?), tutto il peso graverà proprio sull'Autolaghi. Il caos è assicurato.